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“Abbiamo il suo curriculum”: attenzione alla truffa

La truffa informatica di quelli che vogliono convincervi di avere il vostro curriculum è tanto malvagia quanto pericolosa. Ecco come evitarla.

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I criminali informatici si sa sono sempre all’opera. Una delle caratteristiche più odiose è quella per la quale questi malfattori sfruttano il bisogno delle persone per impossessarsi di denaro o dati personali da rivendere od utilizzare per spillare altri soldi alle povere vittime. Una delle ultime e più schifose frontiere di questa gente è quella della truffa del Curriculum. Il meccanismo è veramente subdolo e sfrutta appositamente la debolezza delle persone per creare loro una dipendenza che, almeno nelle intenzioni dei truffatori, porterà esse ad elargire una cifra più o meno grande. “Abbiamo il suo curriculum” è la frase apparente innocua ma maledetta con la quale inizia questa truffa. Ma come funzione esattamente? Cerchiamo di capirlo meglio.

curriculum

La telefonata d’aggancio

Tutto, quasi sempre, inizia con una telefonata, spesso da numeri esteri come Polonia, Albania, Lituania, Portogallo (ovviamente le istituzioni nazionali di questi paesi nulla c’entrano con queste truffe), alla quale se si risponde ci si trova ad interagire con una voce registrata che dice “Abbiamo il suo curriculum”. L’utente a questo punto è portato a credere che sia una telefonata di una qualche azienda a cui ha mandato il suo CV ed invece è un artifizio ben organizzato dai criminali informatici per creare fiducia nelle persone, soprattutto se bisognose di lavoro. L’operazione malevola è di natura veramente malvagia: è facile infatti, soprattutto se si è disoccupati in cerca di lavoro, credere che sia un contatto tra le centinaia o migliaia ai quali si è mandato il curriculum, magari attraverso qualche sito, pur serissimo. Non avendo la possibilità di verificare, si potrebbe facilmente essere portati a seguire le indicazioni della voce registrata, visto che tra l’altro stimola una certa curiosità.

Ciò che avviene invece è che questa voce fornisce un’indicazione a contattare un numero Whatsapp, dietro il quale, al posto di una qualche azienda in cerca di personale, ci sono veri e propri criminali, che hanno letteralmente studiato per fregare il prossimo. Quello che accade infatti è che a questo punto le cose diventano, per così dire, molto umane. Si tratta di persone che hanno studiato la psicologia del bisogno e che la sfruttano per farsi dare soldi approfittando di chi in quel momento è in condizione di debolezza. Ovvero, fanno credere a chi cerca un lavoro e magari è in ristrettezze economiche di poter risolvere la sua situazione, ma in realtà utilizzano un sistema atto a creare sempre maggiore fiducia e dipendenza, bypassando pure la privacy, in modo che il malcapitato si senta più o meno costretto a fare ciò che i criminali gli chiedono. Quindi anche inviare soldi o fornire dati molto personali. Tutto ciò in cambio di un presunto lavoro che però non arriverà mai.

Abbiamo il suo curriculum: la psicologia del bisogno

Come accennato precedentemente, i criminali sfruttano la cosiddetta psicologia del bisogno. E’ un trucco particolarmente odioso con il quale riescono a far leva nella mente della vittima, inducendola a fare esattamente quel che non dovrebbe fare e quel che lei stessa sa di non dover fare, ma attraverso una sapiente opera di convincimento non è raro riescano nella loro maledetta opera criminale. Sostanzialmente riescono a convincere il malcapitato che, nonostante i suoi pensieri contrari, e nonostante anche sia palesemente la cosa più sbagliata tecnicamente parlando, donare soldi sia la soluzione ai problemi di disoccupazione. Il bisogno a volte, se portato all’esasperazione, può far agire al contrario. Questo a prescindere dal fatto che il bisogno sia vero o meno. Ma ovviamente nel caso di un disoccupato la necessità di un lavoro è più che mai reale.

Così avviene che i malfattori riescano a farsi pagare un qualche servizio del tutto finto, come ad esempio un corso di formazione che ovviamente nella realtà non esiste. Oppure farsi dare letteralmente soldi per nulla, se non una insignificante e falsa promessa di trovare un lavoro alla vittima, magari con la scusa di “oliare qualche ingranaggio”, anch’esso inesistente. Si tratta di operazioni molto più difficili se attuate verso chi ha già un lavoro. Anche quest’ultimo potrebbe cascarci, ma la cosa è veramente molto più complessa in quanto in questo caso non vi è un reale bisogno urgente. Mentre se ad una persona manca il lavoro ed ha magari bollette da pagare e figli da mantenere, è abbastanza normale che quest’ultima possa soffrire di ansia, attacchi depressivi o di nervoso, paura. Ed è proprio sfruttando questi stati d’animo che i truffatori informatici riescono a farsi consegnare cifre a volte anche abbastanza rilevanti. Si tratta di operazioni che non si può esitare a definire come affette da una vergogna umana, nient’altro che questo, ma purtroppo chi fa questo esiste ed è in numero per nulla trascurabile.

Come evitare la truffa

Spesso se si è in uno stato di bisogno, l’attenzione e la reattività calano anche di molto, quindi diventa più difficile evitare i pericoli. E’ proprio anche su questo che contano i criminali. Attaccare un individuo che ha una forte necessità, che magari riguarda la sua stessa sopravvivenza. ha molte più possibilità di riuscita rispetto al provare a spillare soldi a qualcuno che è rilassato e preparato. Ciò non significa che non si possa però lo stesso evitare la truffa di questi malfattori. Prima di tutto bisogna capire che è veramente molto raro, se non quasi impossibile che chi offre lavoro chiami dall’estero ed usi una voce automatica. Quindi quando arriva una chiamata di questo tipo, è sempre meglio non rispondere. Poi, nel caso il proprio curriculum lo si sia mandato anche all’estero, allora si può anche verificare da quale paese sia arrivata la chiamata. Ma bisogna comunque tener presente che un’azienda estera non avrà di certo una voce registrata in lingua italiana, piuttosto questa voce parlerà in inglese, in francese, oppure nelle lingua di origine.

Non rispondere è chiaramente il metodo migliore per non cascare in alcuna di queste schifose truffe. Se però si decide per qualche ragione di procedere ugualmente, magari perché non si è capito bene se sia o meno una truffa (alcune sono congegnate in maniera quasi perfetta), allora è necessario adottare una serie di forti cautele. Prima di tutto, se si sta chattando con sconosciuti, non è mai il caso di fornire dati personali importanti. Inoltre, non bisognerebbe proprio parlare con persone sconosciute. Chi vuole comunicare con voi, se offre un lavoro, deve dire qual è l’azienda per cui chiama (e bisogna controllare il numero), qual è la mansione che offre, qual è lo stipendio, dov’è la sede dell’azienda dove andreste a lavorare ed un sacco di altre cose sulle quali il vostro interlocutore non deve mai essere vago. Se lo è, sospettate e pure molto. Non è possibile che un recruiter non voglia dirvi per quale realtà lavora e quale dovrebbe essere il vostro ruolo. Stare sul vago è una tecnica precisa dei criminali, che puntano così ad evitare che chi è dall’altra parte, cioè la vittima, possa controllare ciò che dicono.

Nel fare questo possono diventare anche molto aggressivi, allo scopo di intimorirvi e indurvi così a credere loro sulla parola senza fare alcun controllo. Invece l’operazione da fare è esattamente quella contraria. Non bisogna avere paura, è necessario invece prendere il coraggio in mano e rispondere colpo su colpo a questi che sono dei veri e propri ladri di vite. Quindi se percepite che diventano troppo insistenti, o veementi, chiudete immediatamente la comunicazione. Un responsabile del personale non ha bisogno di voi al punto da diventare aggressivo, qualcun altro lo trova e comunque è una tecnica che certamente non adotterebbe mai.

Va da sé che se queste persone dovessero chiedervi soldi a qualsiasi titolo, questa sarebbe una prova praticamente certa della loro malafede. Intendiamoci, potrebbe tranquillamente accadere che un’azienda totalmente onesta vi chiami a casa per offrirvi, ad esempio, dei corsi di formazione veri e professionali, ma certamente non da un numero estero, non con una voce registrata e non cercando di bullizzarvi. Bisogna quindi saper distinguere una legittima realtà che vende prodotti realmente esistenti (che per voi possono essere o meno interessanti) da una banda di truffatori ben organizzati che cerca invece di togliervi soldi (proprio quello di cui avete bisogno, se siete disoccupati), vendendovi letteralmente il nulla adottando comportamenti aggressivi e fuori dalla legalità.

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