Aprire una saponeria sembra essere un’attività commerciale molto interessante e proficua, anche grazie al rinnovato interesse verso questo detergente.
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Sapone fatto in casa: il ritorno alla natura
Sul finire degli anni Sessanta, in Italia come nel resto dell’Occidente, dai bagni sono spariti, o quasi, i saponi artigianali, sostituiti da quelli industriali, meno costosi, ma sovente contenti elementi chimici e sostanze che aggrediscono il PH della pelle. Negli ultimi anni abbiamo assistito a una crescita d’interesse dei consumatori verso i prodotti fatti a mano, specialmente se realizzati esclusivamente con essenze naturali. Anche il sapone è stato “investito” da questo mutamento culturale e i negozi specializzati nella commercializzazione del detergente in oggetto stanno conoscendo una seconda vita.
Cosa occorre per aprire una saponeria?
Un esercizio commerciale, anche di dimensioni contenute, una perfetta conoscenza dei detergenti che si mettono in commercio, propensione alla vendita e, perché no, saper realizzare saponi in proprio, arte antica, ma non complessa da apprendere. In alternativa scegliere un buon franchisor del settore.
Quanto costa aprire una saponeria?
L’investimento non è elevato. I costi sono concentrati quasi esclusivamente nell’affitto del fondo, meglio se posizionato in un’area di transito o all’interno di un centro commerciale, ed eventualmente nella scelta del franchisor, meglio se già noto agli acquirenti. Ovviamente maggiore è la fama del brand, più costoso sarà ottenere la gestione del marchio. Questione personale: serve, specialmente nel periodo natalizio. Donare un detergente naturale è divenuta un’idea regalo molto in voga.
Vendere sapone fatto in casa: possibili guadagni
Difficile stimare anche i possibili guadagni, ma indubbiamente il settore è in netta espansione, come avremo modo di osservare nel paragrafo dedicato al franchising. I saponi, specialmente se artigianali e composti solo da elementi naturali, possono costare molto, per non dire cifre elevatissime se paragonate ai prezzi di quelli di “fabbrica”. Una saponeria, inoltre, può mettere in vendita una notevole quantità di alternative alla semplice saponetta: sapone in gel, in polvere oppure liquido, schiuma da bagno, talco, saponi aromatici, shampoo e cosmetici. Ovviamente si tratta di prodotti per l’igiene e la cura della persona: per quanto concerne i detergenti per la casa, quelli industriali per il momento dominano la scena, ma non è detto che sarà sempre così. Distinguersi vendendo, o producendo, detergenti per le stoviglie, la pulizia degli indumenti o la pulizia dei pavimenti potrebbe essere una mossa vincente. Pensateci. Un altro consiglio: per far conoscere il negozio, aumentando così la clientela, potreste organizzare corsi di make up o di profumoterapia nelle ore serali.
Norme e burocrazia
Per aprire una saponeria che venda prodotti preconfezionati basta una Partita Iva, l’iscrizione alla Camera di Commercio e il nullaosta dell’Asl di riferimento per la vendita di prodotti cosmetici. Discorso più articolato se si ha intenzione di produrre in proprio il sapone: in questo caso, almeno stando ad alcune interpretazioni della normativa in materia, servirebbe una specializzazione (diploma o laurea triennale) in chimica o farmacia, oltre alle apposite autorizzazioni, da parte del Comune e dell’Asl, per l’apertura del laboratorio.
Aprire una saponeria in franchising
Si è già avuto modo di sottolineare a più riprese il successo registrato dalle saponerie negli ultimi anni. Questo è stato possibile anche grazie ad alcuni franchisor che, proponendo soluzioni innovative, hanno saputo rivitalizzare un settore commerciale che sembrava destinato al dimenticatoio. Qualche esempio?
- Lush, società che si sta espandendo a vista d’occhio nelle principali città e nei centri commerciali più frequentati. Si tratta di un brand ormai di caratura mondiale e per accedere a questo franchisor occorrono capitali notevoli, oltre a disporre di locali posizionati in specifiche aree con metrature minime (le trattative con questa società sono riservate).
- Eppure esistono anche marchi leggermente meno noti, ma più accessibili sotto il profilo dell’investimento. La Maison Du Savon De Marseille, per esempio, è un franchisor alquanto conosciuto, poiché il cosiddetto “sapone di Marsiglia” è un detergente sempre molto apprezzato per le sue qualità organolettiche e la sua capacità pulente. Bastano circa 20mila euro per accedere a questo franchise, oltre a un negozio di 40/60 metri quadri posizionato in un’area urbana abitata da almeno 40mila persone.
- Più caro, ma in evidente crescita, il franchisor L’erbario Toscano (35mila euro circa): i suoi prodotti hanno ottenuto ottime recensioni sulle riviste di settore.
Supporto
Per chi volesse un supporto e consigli su come aprire una Saponeria ed avere info sui requisiti neccessari, agevolazioni pubbliche o soluzioni di franchising, segnaliamo il Kit Creaimpresa: Come aprire una saponeria (da noi valutato e ritenuto veramente valido).