Pensateci un attimo: dopo un anno di duro lavoro, passato a far quadrare i conti, l’unica cosa che molti italiani desiderano è concedersi una pausa al mare. Restare sdraiati sotto l’ombrellone, con il rumore delle onde che si infrangono contro gli scogli o sulla battigia, è tutto quello a cui tanti lavoratori smaniosi di congedarsi dall’ufficio pensano insistentemente. E che sperano di trovare in un lido ben attrezzato e facile da raggiungere. Il bacino di potenziali clienti resta altissimo: ecco perché aprire uno stabilimento balneare potrebbe rivelarsi un’idea vincente. Ma non facile da realizzare, visto che gli adempimenti burocratici sono tanti e la concorrenza spietata. A spuntarla – come sempre – sarà solo chi punterà sulla qualità. E saprà pianificare e realizzare un’idea originale.
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Concessioni e autorizzazioni: tutto quello che serve

Avete mai pensato di aprire uno stabilimento balneare? Se abitate in una località marittima, probabilmente sì. A frenarvi è stato magari il timore di investire in un’attività stagionale (che non avrebbe potuto garantirvi introiti per tutto l’anno), ma la questione va analizzata con più attenzione. Perché – a ben guardare – si tratta di un business ad elevata redditività che, se ben gestito, può procurare profitti anche quando gli ombrelloni e i lettini vengono riposti nei magazzini. Ma prima di parlare di questo, cerchiamo di capire quali sono le autorizzazioni di cui bisogna disporre per dare corpo al progetto.
La prima cosa da sapere è che la spiaggia appartiene allo Stato: chi vuole aprire uno stabilimento deve, dunque, ottenere una concessione demaniale marittima per attività turistico-ricreative. Come si fa? Non è semplicissimo: la richiesta va inoltrata al Comune, ma di fatto occorre aspettare l’esito di un concorso che viene bandito periodicamente dall’Ente del Demanio Marittimo e che assegna i lotti disponibili. Più agevole risulta, invece, subentrare nella gestione di un lido già esistente, che – se vorrete – potrete ristrutturare e rinnovare a vostro piacimento.
Ma non finisce qui: tra i documenti che non possono mancare, c’è anche l’Autorizzazione unica ambientale, il certificato che attesta la tutela (ambientale) del territorio in cui viene realizzato lo stabilimento. Si richiede al Suap (Sportello unico per le attività produttive) che, a sua volta, la trasmette alle autorità competenti. Dal punto di vista fiscale, occorre invece dotarsi di una Partita Iva che consente l’iscrizione al Registro delle Imprese della Camera di Commercio. E per finire, occorre documentare il possesso di un titolo che certifica la frequentazione di uno specifico corso di formazione. Improvvisarsi gestore o direttore di uno stabilimento balneare non è, infatti, possibile. Disbrigate tutte le beghe burocratiche (per le quali occorrerà aspettare un po’ di tempo), non vi resta che comunicare all’Asl e al Comune l’avvio della vostra attività. Di lì a breve dovrebbero effettuare dei controlli tesi a verificare che tutto sia stato fatto correttamente. Tanto sul fronte della sicurezza strutturale quanto su quello della sicurezza igienico-sanitaria.
Dai lettini al campo di beach volley: come allestire il lido dello stabilimento balneare
E andiamo alla parte imprenditoriale vera e propria: come si organizza e si gestisce uno stabilimento balneare? Occorre innanzitutto realizzarlo, nel caso in cui siate riusciti ad ottenere una concessione nuova. O ristrutturalo e metterlo a posto, nel caso in cui abbiate ricevuto la concessione di un precedente gestore. Quello che consigliamo è di puntare su materiali e attrezzature di qualità: investire bene una sola volta (anche se comporterà l’esborso di cifre importanti) sarà sempre meglio che mettere annualmente mano al portafogli per “rattoppare” tutto quello che non funziona come dovrebbe. Ma siamo onesti: in imprese come queste, la manutenzione è, comunque, continua. Per quanto ben realizzato, il vostro stabilimento avrà sempre bisogno di un restyling, prima di inaugurare la stagione balneare. Ma come si attrezza un lido? Dipende dagli spazi e dal target che si vuole raggiungere. Quelli che non possono mai mancare sono, ovviamente, gli ombrelloni, le sdraio, i lettini, le docce e le cabine. Ma chi ha in mente progetti più grandi, non ha che l’imbarazzo della scelta.
Partiamo col dire che – se il budget lo consente – è consigliabile aprire anche un chiosco, un bar o un ristorante (ai clienti farà, infatti, piacere consumare un pasto nelle immediate vicinanze dell’ombrellone) per i quali dovrete, però, ottenere un’altra specifica autorizzazione: la Scia. E che al variare del pubblico a cui intendete rivolgervi corrisponderà il variare delle attrezzature di cui dovrete dotarvi. Se state pensando di allestire uno stabilimento per giovani, ad esempio, non possono mancare gazebo, poltrone e sofà dove è possibile sorseggiare un cocktail. Ma l’idea vincente potrebbe rivelarsi una console da discoteca che permetterà di organizzare feste ed eventi remunerativi, anche al calar della sera. Ad attirare la clientela sportiva sono, invece, i campi di beach volley, beach tennis e beach soccer; mentre le famiglie sono più propense a frequentare lidi dove possono rilassarsi completamente. E dove, magari, possono trovare aree specificamente allestite per accogliere e intrattenere i loro bambini (una sorta di nursery on the beach). Le possibilità sono tante: l’idea di diversificare, puntando su servizi che vanno oltre la semplice fornitura di ombrelloni e lettini, appare quasi sempre quella vincente. Anche se, ca va sans dire, anche quella più dispendiosa.
Avviare uno stabilimento balneare: cortesia e professionalità
A fare la differenza sarà poi, come sempre, il fattore umano. Molti stabilimenti balneari sono a conduzione familiare, ma se l’impresa cresce ed assume una certa dimensione, reclutare personale esterno diventa una mera necessità. Il direttore o gestore del lido è il garante di ogni cosa: deve accertarsi che i suoi ospiti stiano bene e che ogni servizio funzioni perfettamente. Al suo fianco deve esserci una squadra ben affiatata, che comprende gli addetti alla sistemazione in spiaggia (i ragazzi o le ragazze che accompagnano i clienti alle sdraio e aprono gli ombrelloni) i bagnini, il personale impiegato nei bar o nei ristoranti e gli animatori che, a onor del vero, non tutti i clienti gradiscono. La cortesia e la professionalità non possono mancare: l’avventore dello stabilimento balneare vuole godersi la sua giornata al mare e usufruire di tutti i confort possibili. Per questo, è necessario che trovi al suo servizio personale qualificato e affabile. A fare la differenza saranno poi le tariffe vantaggiose (con cui cercherete di sbaragliare la concorrenza), la pulizia e la presenza di un ampio parcheggio custodito. Se la promozione funzionerà bene, gli affari non potranno che andare “a gonfie vele”.
Kit completo per aprire uno stabilimento balneare
A chi desidera ricevere maggiori informazioni sull’argomento, consigliamo di consultare il Kit Creaimpresa: “Come aprire uno stabilimento balneare”, da noi considerato veramente valido. Una guida preziosa che vi seguirà in ogni fase di ideazione, realizzazione e gestione dell’attività fornendo anche interessanti indicazioni sul budget di partenza e sulle previsioni di guadagno nel breve e medio periodo.