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Come inserire l’autorizzazione al trattamento dei dati personali nel Curriculum, in italiano ed in inglese

Cosa è l’autorizzazione al trattamento dei dati personali e perché è così importante inserirla sul proprio curriculum vitae? Andiamo a riepilogare le informazioni principali a riguardo in questa guida.

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L’autorizzazione al trattamento dei dati personali è un elemento imprescindibile da inserire alla fine del proprio curriculum vitae. Se non viene inserita l’autorizzazione al trattamento, l’azienda non potrà utilizzare il CV e quindi contattare per le proposte di lavoro.

Anche dove la richiesta non sia esplicita quindi, bisogna comunque inserire tale autorizzazione. Senza di essa, infatti, è possibile che il curriculum che avete inviato con tanta speranza, non venga neppure preso in considerazione. Inserire l’autorizzazione al trattamento dei dati personali potrebbe creare dei dubbi e delle perplessità, soprattutto se si è alle “prime armi” con l’invio dei curriculum. In questo articolo spiegheremo perché è importante e soprattutto come inserirla.

autorizzazione al trattamento dei dati personali

Autorizzazione al trattamento dei dati personali: cos’è e perché è importante

Cominciamo dalle basi. Ovvero, cosa s’intende precisamente per autorizzazione al trattamento dei dati personali? Di quale trattamento si sta parlando e a quali dati personali si fa riferimento? L’inserimento della dicitura che autorizza il ricevente del CV a trattare i vostri dati personali è fondamentale. Perché senza di essa il datore di lavoro o il responsabile delle Risorse Umane che ha in mano il vostro cv, non potrebbe neppure consultarlo. L’assenza di tale autorizzazione, infatti, impedirebbe il soggetto di cui sopra perfino a contattarvi.

Un curriculum vitae si costituisce, infatti, di una serie di dati che fanno riferimento alla vostra persona. Oltre all’elenco di esperienze lavorative, i dati personali riguardano la vostra identità (nome e cognome), la data di nascita, il codice fiscale, passando per il numero di telefono, la e-mail, eventuali contatti social o Skype, perfino le vostre competenze e i vostri interessi.

Autorizzazione al trattamento dei dati personali: cosa dice la Legge

L’autorizzazione fa riferimento al Decreto Legislativo n. 196 del 30 giugno 2003 (Codice in materia di protezione dei dati personali, tutt’ora in vigore) ed al GDPR (Regolamento Generale sulla Protezione Dati, in vigore in tutta l’Unione Europea dal 25 maggio 2018), per cui “chiunque ha diritto alla protezione dei dati personali che lo riguardano”. Tale codice funge da garanzia che “il trattamento dei dati personali si svolga nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali, nonché della dignità dell’interessato, con particolare riferimento alla riservatezza, all’identità personale e al diritto alla protezione dei dati personali”.

Il suddetto codice spiega inoltre che per trattamento si definisce qualsiasi operazione o serie di operazioni effettuate che riguardano i seguenti processi di dati.

  • Raccolta;
  • Registrazione;
  • Organizzazione;
  • Conservazione;
  • Consultazione;
  • Elaborazione;
  • Modifica;
  • Selezione;
  • Estrazione;
  • Raffronto;
  • Utilizzo;
  • Interconnessione;
  • Blocco;
  • Comunicazione;
  • Diffusione;
  • Cancellazione.

Per quanto riguarda la definizione dei dati personali, ci viene ancora una volta in soccorso il Codice. Per “dato personale” s’intende infatti qualsiasi “informazione relativa a persona fisica, identificata o identificabile, anche indirettamente, mediante riferimento a qualsiasi altra informazione, ivi compreso un numero di identificazione personale”. Quella dei dati personali rappresenta dunque una macro-categoria in cui confluiscono diverse tipologie di dati. Più nello specifico:

  • Dati identificativi: dati personali che consentono l’identificazione di un soggetto;
  • Dati sensibili: dati personali che possono rivelare caratteristiche del soggetto, dalle condizioni di salute alla vita sessuale, passando per interessi religiosi e politici e origini etniche;
  • Dati giudiziari: ovvero, dati che rivelano informazioni legate al casellario giudiziale.

Di qui la necessità che sul vostro CV sia presente l’autorizzazione al trattamento di questi dati, senza la quale, chi riceve il vostro curriculum, sarebbe impossibilitato dal contattarvi; oppure dal trasmetterlo a colleghi o superiori (perché non gli sarebbe consentito trattare/diffondere i vostri dati in alcun modo).

Dicitura privacy da inserire nel Curriculum per il trattamento dati

Come inserire l’autorizzazione al trattamento dei dati personali? E dove? Non vi è una particolare regola in proposito che vi obbliga a inserire in un preciso punto la dicitura che autorizza il lettore al trattamento dei dati personali. Tuttavia è norma comune inserire la dicitura alla fine del curriculum vitae. Questo posizionamento consentirà infatti al curriculum di avere una più agevole lettura di ciò che è veramente importante su quel documento (chi siete, cosa avete fatto, dove avete lavorato e quali sono le vostre competenze professionali).

La formula che consiglio di inserire è la seguente

Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi del GDPR e del Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n. 196 “Codice in materia di protezione dei dati personali” ai fini di attività di Ricerca e Selezione del Personale e contatti lavorativi.

Specificare i “fini dell’attività” è utile (anche se non obbligatorio) per evitare che i dati sia utilizzati per altri scopi a cui non siete interessati (solitamente proposte di corsi di formazione, opportunità di franchising o altro).

Inserire l’autorizzazione al trattamento dei dati personali in un CV in inglese

Può capitare che vi imbattiate in annunci di lavoro in lingua inglese, ma non necessariamente pubblicati da datori di lavoro esteri. Infatti, qualora sottoponiate la vostra candidatura fuori dall’Unione Europea, non sarà necessario inserire nel vostro CV in lingua inglese (o altra) la dicitura legata all’autorizzazione al trattamento dei dati, semplicemente perché essa fa riferimento alla legge italiana ed europea (e dovrete quindi cercare la normativa di riferimento del paese interessato).

Può capitare però che rispondiate a un annuncio di lavoro in inglese redatto da un’azienda italiana (o comunque in Unione Europea), o che opera sul territorio, e che vogglia testare le vostre competenze linguistiche richiedendovi l’invio di un curriculum in lingua inglese.

In questo caso, anche la famosa autorizzazione dovrà essere redatta in inglese. Come fare in questo caso? Le formule più comunemente utilizzate sono comunque due, una più breve e una più lunga. Come sopra, potrete utilizzare indifferentemente una delle due, avendo lo stesso valore.

In compliance with the GDPR and the Italian Legislative Decree no. 196 dated 30/06/2003, I hereby authorize you to use and process my personal details contained in this document

oppure una formula un po’ più dettagliata:

In compliance with the GDPR and Italian Legislative Decree no. 196 dated 30/06/2003, I hereby authorize the recipient of this document to use and process my personal details for the purpose of recruiting and selecting staff and I confirm to be informed of my rights in accordance to art. 7 of the above mentioned Decree.

Conclusioni

Che sia in italiano o in inglese, ma rivolto sempre a un referente italiano, l’autorizzazione al trattamento dei dati personali rappresenta un elemento importantissimo da inserire in calce al proprio CV. Una volta inserita la dicitura sul vostro documento, mantenetela, limitandovi ad aggiornare soltanto le vostre competenze ed esperienze professionali. In questo modo l’autorizzazione sarà sempre presente e voi non correrete il rischio di dimenticarla.

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