Si parla sempre più spesso della sharing economy e di come sta cambiando le nostre abitudini. Si moltiplicano piattaforme per lo scambio di beni e di servizi. Alcune stanno ormai conoscendo un’enorme espansione, come quelle attive nel campo della mobilità e del turismo. Tra quelle più note c’è sicuramente BlaBlaCar. Fondata dal francese Frédéric Mazzella nel 2006, questa realtà è oggi il più famoso e diffuso servizio di ride-sharing, ovvero di condivisione di automobili private. Il funzionamento è semplice: è necessario iscriversi alla piattaforma web per offrire passaggi con la propria auto o cercarne verso la destinazione scelta.
Negli annunci pubblicati dai conducenti è indicato il numero dei posti disponibili e il prezzo del viaggio, che viene suggerito dalla piattaforma stessa. I potenziali passeggeri possono scegliere il passaggio a loro più congeniale per modalità e orari e il costo della corsa non è altro che una quota delle spese sostenute dal guidatore per il viaggio (carburante e pedaggi autostradali). Fino a maggio di quest’anno Blablacar in Italia è stato un servizio totalmente gratuito. Oggi, per una parte del territorio nazionale, il pagamento del viaggio può essere fatto esclusivamente online, con una quota destinata alla piattaforma stessa.
Del funzionamento e dei cambiamenti di BlaBlaCar, ne abbiamo parlato con Andrea Saviane, giovane country manager del comparto italiano.
Secondo i dati pubblicati lo scorso 8 novembre da Il Sole 24 Ore tra le 118 piattaforme di sharing economy presenti in Italia il settore più attivo è quello dei trasporti.
Quali sono le ragioni di questo successo?
Ci fa piacere che sia il settore dei trasporti a trainare la sharing economy in Italia. E per noi questo settore coincide quasi esclusivamente con BlaBlaCar, poiché il resto delle piattaforme on demand che si occupano di trasporti sono sostitutive di servizi a pagamento già esistenti.
Le motivazione sono molteplici. Innanzitutto i trasporti in Italia non si sono sviluppati con la stessa velocità con cui è cresciuta la mobilità delle persone, che è diventata last minute e quindi non si concilia quasi più con la necessità di prenotare in treno con mesi di anticipo per poter pagare un prezzo accessibile. C’è anche sicuramente una maggiore attenzione ai costi.
Ci sono poi delle motivazioni strutturali alla base del successo di BlaBlaCar, come il cambio di paradigma della prevalenza dell’accesso sul possesso. Considerati i prezzi e i costi di manutenzione delle auto, sono molto forti le resistenze all’acquisto e perciò ci si rivolge a servizi più a buon mercato, che consentono di soddisfare ugualmente le esigenze di viaggio.
Chi è l’utente medio di BlaBlaCar?
A livello demografico la fascia di utenti è abbastanza concentrata: l’età media è di 31 anni. Quella dei conducenti è di 35-40 anni e se questi sono per lo più uomini, tra i passeggeri c’è parità tra uomini e donne.
La maggior parte degli utenti di BlaBlaCar sono per lo più persone che viaggiano nel weekend, che magari risiedono in località diverse rispetto a quelle di origine e che per questo raggiungono la famiglia. C’è chi si sposta con il nostro servizio per una gita fuori porta e chi per lavoro. In tal caso l’uso di BlaBlaCar rispecchia un’esigenza di risparmio dei costi. Siamo il paese con più automobili d’Europa per numero di abitanti dopo il Lussemburgo e BlaBlaCar può rappresentare un modo per ottimizzare tale risorsa. A queste ragioni si possono aggiungere il mancato sviluppo tecnologico delle reti dei trasporti e anche una buona dose di sensibilità ambientale.
Cosa ne pensi dell’accusa di concorrenza sleale mossa a BlaBlaCar da Confebus, autorità di rappresentanza delle compagnie di bus spagnole?
Quest’accusa ci ha lasciati un po’ stupiti perché la natura dei servizi offerti da BlaBlaCar è completamente diversa rispetto a quella di un servizio di autobus. La nostra è una piattaforma in cui privati cittadini si accordano e non esiste un fine commerciale nella community. BlaBlaCar mette in contatto persone che si muoverebbero ugualmente: da qui la diversità di fondo rispetto a un servizio di autobus e ad un servizio di trasporto in generale. Il ruolo di BlaBlaCar è quello di creare e agevolare una community attorno ad una prassi già diffusa, poiché senza di noi le persone si sarebbero messe d’accordo per offrire passaggi in auto attraverso altri meccanismi.
Da quando avete introdotto la novità del pagamento del viaggio online, che prevede una commissione del 10%-15% in favore della piattaforma, avete riscontrato una diminuzione delle prenotazioni?
Assolutamente no. Questa metodologia di pagamento è stata implementata sul 30% del territorio italiano, ovvero nel nord Italia, in Toscana e in Sardegna, da metà maggio. Con questo cambiamento sulla piattaforma abbiamo reso più veloce l’organizzazione di un viaggio per i conducenti e garantito maggior affidabilità e sicurezza per tutti gli utenti. Per questo è stata una scelta voluta e decisa per una community che ormai sta diventando corposa.
BlaBlaCar incoraggia e promuove la socializzazione tra i suoi utenti. Non c’è il rischio che alcuni di questi (soprattutto gli aficionados) scavalchino la piattaforma e si accordino tra loro?
Sappiamo che il rischio c’è in quanto non è strano ottenere un risultato di questo tipo, ma sappiamo anche che il nostro ruolo è quello di far incontrare persone. Nonostante ciò abbiamo riscontrato che i conducenti preferiscono passare comunque tramite la piattaforma e farsi pagare attraverso di essa. Stesso discorso vale per i passeggeri che preferiscono scegliere il conducente attraverso BlaBlaCar, anche al costo di dover pagare una piccola percentuale in nostro favore.
Dopo l’introduzione del pagamento online, ci saranno altri cambiamenti?
A breve cambierà anche il meccanismo dei feedback. Con il nuovo assetto, passeggero e conducente potranno lasciare ognuno la propria recensione, senza possibilità di vedere prima quella dell’altro. Una volta raccolte entrambe, verranno pubblicate simultaneamente sulla piattaforma. In questo modo le recensioni saranno più autentiche, rispecchieranno di più l’esperienza di viaggio e si eviterà così lo scambio di feedback condizionati. L’obiettivo è quello di innovare la piattaforma per creare maggiore sicurezza e tutela della community. Lanceremo inoltre una nuova funzionalità che permetterà di visualizzare il numero di passeggeri dei sedili posteriori per lasciare la possibilità agli utenti di scegliere se viaggiare in auto al fianco di una o due persone.
Ora ci parleresti un po’ della tua esperienza in BlaBlaCar: come è iniziata e come si sta evolvendo?
Credo che lavorare in una startup sia un’esperienza molto diversa rispetto a quella in un’azienda strutturata. Si è un po’ come dei mini imprenditori, ognuno deve avere la consapevolezza di costruire qualcosa per il bene comune dell’azienda. Per questo nel processo di recruiting non ci preoccupiamo tantissimo di ricercare candidati con capacità reali ma valutiamo più che altro le soft skills e l’attitudine a crescere e lavorare per il progetto perché la formazione è prevalentemente sul campo. Mi ritengo molto fortunato di poter lavorare in BlaBlaCar e di trovarmi davanti a una community così vasta. Sono cambiate tante cose da quando ho cominciato il mio percorso qui dentro poiché all’inizio eravamo in pochi e davanti a degli early adopter che scontavano anche delle inevitabili carenze del servizio, il quale si stava piano piano sviluppando. Ora siamo una grande community e una realtà che si sta espandendo anche grazie ai molti investimenti ricevuti.
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