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Cgia: La metà delle pmi paga i salari a rate

Secondo la Cgia di Mestre, nota per i suoi studi approfonditi sull’andamento del mondo delle imprese e del lavoro, una pmi su due per pagare i salari ai suoi dipendenti è costretta a rateizzare. Ciò significa che i lavoratori di quelle aziende spesso non ricevono l’intero stipendio quando dovrebbero. La causa, secondo l’associazione, risiede nella …

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Secondo la Cgia di Mestre, nota per i suoi studi approfonditi sull’andamento del mondo delle imprese e del lavoro, una pmi su due per pagare i salari ai suoi dipendenti è costretta a rateizzare. Ciò significa che i lavoratori di quelle aziende spesso non ricevono l’intero stipendio quando dovrebbero. La causa, secondo l’associazione, risiede nella scarsissima liquidità di queste imprese che, volendo comunque non lasciare a secco i dipendenti, si organizzano cone le rate, in modo da dilatare nel tempo i pagamenti. Una situazione questa dovuta ovviamente alla crisi più nera dal 1929. Quest’ultima, oltre ad avere effetti pesantissimi è risultata essere anche molto lunga. E’ ormai cinque anni infatti che “sprigiona i suoi effetti negativi”, ha spiegato il presidente Bortolussi.

A tutto questo si aggiunge il problema del rapporto tra banche e pmi. Nel 2012 le insolvenze hanno raggiunto i 95 miliardi di euro, crescendo del 165%. Se aumentano i protesti bancari, i pagamenti dalle amministrazioni pubbliche ritardano in maniera consistente o addirittura sono bloccati, il fatturato cala a causa della crisi e la pressione fiscale è ai massimi livelli, le imprese sono costrette a operare in una sorta di immeritato girone dantesco. A spaventare maggiormente, è proprio il concetto  contenuto nell’espressione “una pmi su due”.

In un altro paese la situazione sarebbe comunque grave, ma non quanto lo può essere in Italia. Questo perché, in larghissima maggioranza, il tessuto produttivo del Belpaese è costituito proprio dalle piccole e medie imprese. E se la metà di queste soffrono, significa che quasi la metà delle aziende italiane soffre, con tutte le conseguenze del caso sull’economia nazionale, soprattutto quella reale, visto che il problema maggiore risiede proprio nella mancanza di liquidità. E’ ovvio che, dato che in un’azienda ci lavorano i dipendenti, la questione non riguarda solo il mondo delle imprese, ma anche e in modo sostanzialmente diretto quello delle famiglie.

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