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Il colloquio informativo: una strada da percorrere

Il colloquio informativo può aiutare ad ottenere le informazioni giuste per preparasi al meglio ad un colloquio di lavoro, ed ottere in posto sperato.

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Mandare centinaia di curriculum per trovare lavoro, ma prima ancora per ottenere un colloquio, è pratica quotidiana per una moltitudine di persone. Ma quando questo colloquio finalmente arriva, si è davvero pronti per sostenerlo? L’agenzia interinale di turno ha fatto lo screening del curriculum di un candidato e lo ha ritenuto adatto alle esigenze del cliente, quindi lo ha chiamato per un primo colloquio. Tutto ok anche qui ed il cv finisce al suddetto cliente. Quest’ultimo richiede a sua volta un colloquio diretto. Potrebbe poi accadere che l’agenzia interinale non c’entri e che il curriculum sia stato mandato dal job seeker, ovvero da chi cerca lavoro, direttamente ad una serie di aziende e che una di esse abbia risposto richiedendo una job interview, un colloquio insomma. Ottimo, ma ora? Ora, un colloquio informativo può essere una gran bella soluzione!

Arrivati a questo punto infatti, i dubbi solitamente iniziano a girovagare per la testa del candidato. “Cosa devo sapere, cosa mi chiederà? Quali competenze dovrò mettere in risalto? E ancora: “Che tipo di lavoro sarà? Quale stipendio mi proporranno? Cosa dovrò fare esattamente se mi assumeranno?” Queste e altre mille domande sono all’ordine del giorno prima di un colloquio di lavoro e sono anche perfettamente normali, comprensibili, qualcuno direbbe “doverose”. Le domande però non bastano; se e quando possibile è meglio ottenere anche le risposte. Sì, certo, ma come? Come accennato, un colloquio informativo potrebbe risolvere molti di questi dubbi. Cerchiamo di capire che cosa sia questa pratica e come provare ad ottenere ottimi risultati da essa.

Che cos’è il colloquio informativo

colloquio informativo 1

Attraverso un colloquio informativo è possibile reperire le informazioni e le dritte giuste per affrontare al meglio un colloquio di lavoro, una volta venuti a conoscenza dell’azienda con la quale lo si dovrà sostenere. Bisogna procedere per step ben definiti.

Trovare i contatti all’interno dell’azienda

Il primo di questi, che è anche il più difficile è quello di trovare i contatti all’interno dell’azienda in questione, contatti che siano disponibili a rispondere a qualche domanda mirata. Sia ben chiaro, non si tratta assolutamente di cercare una qualunque raccomandazione, ma di informarsi su come funziona la realtà con la quale si dovrà sostenere il colloquio di lavoro. Ci sono almeno due ragioni molto valide per farlo: la prima, che abbiamo già detto, è quella di presentarsi all’incontro con una preparazione che sia oltre la media e se possibile superiore a quella degli altri candidati. La seconda è quella di evitare di perdere tempo: se l’azienda tal dei tali  cerca personale disposto a viaggiare e magari a stare fuori di casa anche diversi giorni, ma per scelta non si è disposti a farlo, o per esigenze familiari si è impossibilitati,  sostenere quel colloquio sarà cosa inutile e dispendiosa, perlomeno in termini di tempo per entrambe le parti in causa. Saperlo prima significa, appunto, risparmiare tempo (e magari denaro), orientandosi così fin da subito verso altre opportunità più adatte.

Per reperire le informazioni necessarie, dicevamo, bisogna trovare i contatti giusti. Difficilmente il Ceo aziendale avrà tempo per dare retta a qualcuno che nemmeno lavora per lui (ancora). Lo stesso discorso, in generale (anche se non è così scontato), può valere per le cosiddette “posizioni apicali”. Lavoratori assunti da poco tempo o stagisti invece, potrebbero essere ben più disponibili a rispondere alle richieste di chiarimenti, in quanto, poco tempo prima si sono probabilmente trovati nella medesima situazione. Potrebbero quindi risultare più “empatici”, come suggerisce un blogger di Nature, verso questo tipo di difficoltà. Per reperire i contatti più utili è necessario utilizzare tutti i canali possibili, primariamente quelli più informali. Amici o parenti che lavorano in azienda (in questo caso il più è fatto), ma anche amici di amici, parenti di amici, conoscenti occasionali. Se questi canali non forniscono sbocchi efficaci, allora ci si può affidare al web, ad esempio “scannerizzando” i profili Linkedin dei dipendenti di cui si riescono a scoprire i nominativi e chiedendo il contatto a quelli che sembrano essere i più adatti rispetto alle esigenze che si hanno.

Come porre le domande al Colloquio informativo

C’è un altro lato da considerare ed è il secondo step. Una volta ottenuto il contatto o i contatti giusti, non si può e non si deve abusarne. Se fortunatamente si è trovato qualcuno disponibile a rispondere alle domande che potranno aiutare nel colloquio, bisogna pensare che il “come rivolgerle” al suddetto contatto è fondamentale. Non è certo il caso di chiedere cose come “Senti, ma lì il lavoro com’è?”. La risposta presupporrebbe una specie di monologo di almeno un paio d’ore. Cosa che annoierebbe pure il richiedente, ma soprattutto convincerebbe quasi immediatamente chi ha dato disponibilità a rispondere ad inventarsi una scusa più o meno plausibile per non farlo più e scappare a gambe levate. Questo perché  anche il suo tempo è importante ed è quindi necessario che le domande, oltre ad essere mirate sui vostri scopi, presuppongano risposte piuttosto brevi.  Inoltre nel caso di una domanda troppo generale e dalla risposta troppo lunga, anche nell’improbabile caso che la si ottenga, le informazioni contenute in essa verrebbero probabilmente in gran parte disperse. Quindi, richieste brevi, mirate e taccuino o tablet alla mano, per annotarsele e ragionarci su.

Richiedere altri contatti

Un terzo e ultimo step è o può essere quello di richiedere altri contatti. Si può fare? In teoria sì, ma utilizzando una certa cautela. Il colloquio informativo è andato bene,  le risposte cercate sono state ottenute, ma queste hanno generato altre domande alle quali il contatto, che pur è stato così gentile da fornire tutto l’aiuto possibile, non può rispondere, perché non è il suo ramo, perché non è sicuro, perché, forse, non vuole per ragioni sue. Che fare? Due strade secche:

  1. Accontentarsi delle informazioni ottenute, elaborarle e per quanto possibile studiare una strategia per il colloquio di lavoro basata su quelle informazioni, senza divagare oltre e tendendo ad escludere dalla strategia in questione tutto ciò di cui non si è sicuri. Può funzionare? Sì, certo che può.
  2. Se si decide che le info di cui si è venuti in possesso non sono così profonde come si voleva o si pensava ed è quindi necessario rivolgersi ad altri “interni” all’azienda, richiedere ulteriori nominativi al vostro contatto è certamente possibile, specificando però che non per sfiducia si vuol fare questo, ma per semplice curiosità o per necessità di approfondire un determinato lato di quelle informazioni.

Non c’è nessuna intenzione di “scavalcare” e non si pensa che “quell’altro mi sarà più utile”, si sta semplicemente ed “ultralegittimamente” cercando di prepararsi al meglio per il colloquio, senza voler ottenere alcun tipo di vantaggio, per così dire, irregolare. Infatti, va specificato che ottenere un colloquio informativo non è certo garanzia di assunzione, è però un primo ed importante passo da fare. A qualunque meta infatti, ci si arriva per passi, uno dopo l’altro.

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