È solo da alcuni anni che il termine bacca di Goji ha iniziato a diffondersi in Italia e, in generale, negli Stati Occidentali. Le prime coltivazioni relative a questa pianta dall’aspetto cespuglioso, infatti, sono state portate avanti nei territori asiatici, soprattutto in Cina e Tibet. In Estremo Oriente, oltre a far parte dell’alimentazione da millenni, grazie alle numerose proprietà benefiche di cui godono hanno trovato ampio spazio nella medicina tradizionale cinese (in questo ambito sono note come “Frutto di Licia”).
Aprire una coltivazione di bacche di Goji può quindi rappresentare una soluzione economicamente redditizia, soprattutto in virtù della fama che tali piante hanno conosciuto negli ultimi anni. Utilizzate nella medicina cinese e in quella tibetana, le bacche di goji ultimamente sono diventate un must nel nostro Paese: aprire una coltivazione di questo tipo è vantaggioso anche grazie al fatto che la pianta goji si adatta benissimo ai terreni italiani.
Indice
- Cosa sono le bacche di Goji
- Le principali proprietà delle bacche di Goji
- L’acquisto di piante e semi
- Il periodo migliore per la messa a coltura
- Metodi di coltivazione
- I costi da sostenere
- Una stima dei ricavi
- La coltivazione delle bacche di Goji in Italia
- Conclusione
- Supporto con istruzioni e consulenza per contributi e finanziamenti
Cosa sono le bacche di Goji
Da dove ha origine la parola “Goji”? È stato l’istituto botanico “Tanaduk Research Institute”, nel 1973, ad assegnare alle pianta il nome con cui è conosciuta in tutto il mondo. Tuttavia, in virtù della sue proprietà curative e dell’elevato contenuto di vitamine e carotenoidi, la stessa è nota anche come “pianta dell’eterna giovinezza“. L’arbusto appartiene al gruppo delle Solanaceae, famiglia che include anche verdure comunissime come pomodori, melanzane e peperoni. Le bacche, di colore rosso scuro, e del diametro variabile tra i 3 e gli 8 millimetri, presentano normalmente un aspetto fusiforme.
Quali specie di bacche di Goji esistono?
Ti sarà possibile ricavare bacche di Goji da due specie di pianta: “Lycium chinense” e “Lycium barbarum”. Se la prima è la più indicata per chi desidera coltivare Goji “da reddito”, la seconda vede i propri frutti caratterizzati da una maggiore concentrazione di sali minerali, vitamine e sostanze antiossidanti. Tieni presente che la Lycium barbarum è naturalizzata negli Stati dell’Europa Centrale e, di conseguenza, presenta minori difficoltà di adattamento al clima del nostro Paese.
Le principali proprietà delle bacche di Goji
Se hai già avuto modo di assaggiare le bacche di Goji, magari gustandole nello yogurt accompagnate da cerali integrali, ti sarai reso conto di come il loro sapore tenda a ricordare molto da vicino quello dell’uvetta. Il consumo mattutino è particolarmente indicato, in quanto le bacche sono molto energetiche e, al contempo, placano la sensazione di fame. Anche chi è costretto a confrontarsi giornalmente con la bilancia ha nel Goji un prezioso alleato; il basso indice glicemico del frutto aiuta a mantenere sotto controllo il peso.
La maggiore richiesta di bacche di Goji degli ultimi anni non solo ha reso la sua coltivazione un investimento remunerativo, favorendo anche la produzione di integratori sotto forma di capsule, ideali per rinforzare il sistema immunitario. Le proprietà anti-infiammatorie e la capacità di agire contro l’invecchiamento cellulare sono solo due delle principali qualità riconosciute ai frutti del Goji. Recenti studi non hanno fatto altro che confermare come le bacche siano in grado di contrastare i radicali liberi. Questi frutti costituiscono anche un ottimo alleato per la salute di unghie, capelli e pelle. Essendo prive di glutine, le bacche possono essere consumate tranquillamente da chi soffre di celiachia. Il gusto dei frutti rende questi ultimi un ingrediente consigliato per la preparazione sia di ricette dolci che salate.
L’acquisto di piante e semi
Vuoi provare ad acquistare una pianta di Goji in vista di una futura coltivazione da reddito? In questo caso ti sarà sufficiente rivolgerti a un vivaio o a un consorzio agrario. Se preferisci potrai optare per l’acquisto di una pianta pronta per la messa a dimora sul Web. Ultimamente si è diffusa anche la vendita di semi, normalmente inviati completi di bacca. La conservazione del seme assieme al frutto essiccato garantisce al primo una maggiore protezione.
Il periodo migliore per la messa a coltura
Quella primaverile è la stagione ideale per iniziare la coltivazione di Goji, indipendentemente dal fatto che la scelta ricada sui semi o sulla pianta vera e propria. Il Goji predilige un clima temperato, ma non ha difficoltà ad adattarsi a temperature inferiori, sopravvivendo fino a -15°C. Per quanto riguarda la potatura, solitamente ha luogo tra i mesi di novembre e gennaio. Non dimenticare che sono solamente i rami giovani a fruttificare. Per questo motivo, è necessario tagliare quelli vecchi (ossia i rami che hanno già prodotto frutti).
Metodi di coltivazione
La pianta di goji deve essere irrigata con costanza, in maniera tale che si sviluppi in maniera più rapida e la produzione delle prime bacche avvenga velocemente. Dopo i primi quattro o cinque anni, comunque, le piante sono in grado di soddisfare il proprio fabbisogno idrico autonomamente. Per quel che riguarda il terreno, si tratta di una specie che apprezza la presenza di azoto, che può essere somministrato sotto forma di un normale concime o di pellettato organico, sia in superficie che interrato. Occorre, tuttavia, prestare la massima attenzione alle dosi, perché quantità eccessive rischierebbero di causare ustioni a radici e foglie, se non addirittura la morte delle piante. Le zone più adatte sono quelle soleggiate, con terreni ben drenati, di impasto medio, possibilmente acidi.
Uno dei numerosi vantaggi che contraddistinguono la coltivazione di bacche di goji è che queste specie sono molto resistenti a malattie, parassiti e ogni altro genere di invasori esterni. In ogni caso, è bene limitare la presenza nei dintorni di limacce, chiocciole e lumache, che dimostrano di apprezzare molto le foglie di goji; il rischio che una pianta venga defogliata in 48 ore, se non si attua un controllo costante, è piuttosto elevato. Lumachicidi biologici (piuttosto costosi), esche blu, sabbia e cenere sono modi che permettono di tenere lontani i “nemici” del goji. Le bacche di goji si raccolgono a partire da luglio e fino alla seconda o terza settimana di ottobre. Tra giugno e agosto, le irrigazioni devono diventare progressivamente più intense.
È la propagazione vegetativa mediante l’utilizzo di talee semi-legnose il metodo migliore per coltivare il Goji. L’operazione ha luogo generalmente tra l’ultima settimana di agosto e la prima metà di ottobre. Se la tua scelta è ricaduta sulle piante, una volta individuata la “pianta madre” procedi tagliando con una cesoia affilata un ramo giovane (di circa 12 mesi), ricavando un rametto di 20 centimetri e interrandolo per metà in un vaso del diametro di 14 cm. Verifica che la parte interrata del ramo contenga almeno due nodi. A sua volta, la parte esposta alla luce dovrà presentare un minimo di 4 foglie. Rispettando queste due condizioni la radicazione potrà avvenire senza particolari ostacoli.
La scelta del terreno
La pianta del Goji predilige aree soleggiate, oltre a terreni caratterizzati da un impasto medio e adeguatamente drenati. Meglio ancora sarebbe effettuare la coltivazione in terreni tendenzialmente acidi. Ad ogni modo, come ho già avuto modo di scrivere, questa è una pianta non molto esigente, tanto da crescere senza problemi anche in presenza di terreni leggermente basici, oppure salini. Merita di essere sottolineato l’impatto visivo dell’arbusto. Se nel periodo da giugno a settembre è il viola dei suoi fiori ad assicurare un colpo d’occhio notevole, dagli ultimi giorni di agosto a ottobre sono i frutti rosso-arancio a divenire protagonisti.
È molto importante, al momento di avviare la coltivazione delle bacche, ricordarsi di lasciare un discreto spazio tra una pianta e l’altra. Così facendo quest’ultima potrà svilupparsi al meglio, soprattutto tenendo conto di come non sia raro, per tali piante, raggiungere i 2 metri d’altezza.
Il fabbisogno di acqua
Come procedere con l’irrigazione? Se nei primi 12 mesi è fondamentale annaffiare le piante regolarmente nei mesi estivi, nei periodi successivi il quantitativo idrico richiesto è notevolmente minore. Addirittura, trascorsi circa 5 anni la pianta inizierà ad acquisire l’acqua di cui necessita in completa autonomia. L’ottima resistenza alla siccità permette alla stessa di crescere in assenza di irrigazioni non solo nel periodo autunnale, ma anche nella stagione invernale.
Dedicarsi alla coltivazione delle bacche di Goji per ottenere profitto può rivelarsi un’idea ottimale anche per un altro motivo, spesso sottovalutato. Di cosa si tratta? Del fatto che la specie in oggetto mostra una resistenza non indifferente alle malattie e ai parassiti.
I costi da sostenere
Prima di gettarti anima e corpo nel business della coltivazione delle bacche di Goji valuta con attenzione gli investimenti necessari. Considerando una dimensione del terreno pari a un ettaro, e ipotizzando una densità di circa 4.000 piante, l’ammontare delle spese da sostenere sarà prossimo ai 24.000 euro. A tale importo dovranno essere aggiunti i costi relativi alla gestione ordinaria del terreno, stimabili in circa 7.000 euro annui. Trattandosi di piante in grado di produrre già dal primo anno bacche destinate alla commercializzazione; questo riduce l’impatto dei costi di manodopera.
Una stima dei ricavi
Sia le bacche di Goji che i relativi derivati si caratterizzano per prezzi di mercato estremamente variabili. A influire su questi ultimi sono sicuramente il luogo di provenienza delle piante, la loro qualità e le certificazioni. I prezzi, pertanto, vanno da un minimo di 25 euro a 150 euro al kg.
Negli ultimi anni il prodotto fresco è stato venduto nel nostro Paese a circa 50 euro al kg. Non dimenticare che le bacche, nella maggior parte dei casi, tendono a non essere consumate fresche, ma secche. In questa forma il suo peso diminuisce drasticamente (la percentuale di acqua si avvicina al 90%), per un prezzo che oscilla tra i 20 e gli 80 euro al kg. Le bacche di Goji secche vengono commercializzate in confezioni da 50, 100, 150 e 250 grammi.
La maggior richiesta di questi ultimi anni ha portato anche alla crescita della produzione di succo di Goji, venduto a un prezzo tra i 20 e gli 80 euro al litro (in confezioni dai 350 ml ai 500 ml). Nel caso in cui in alcuni periodi le tue piante dovessero dar luogo a frutti di dimensioni estremamente contenute, o che presentino un colore differente da quello standard, le perdite in termini di produttività saranno solo parziali. Infatti potrai vendere tali frutti alle aziende impegnate nella produzione di succhi. Sono ormai numerosissime le industrie attive nel campo della trasformazioni alimentare a rivolgersi ai produttori agricoli per acquistare ingenti quantità di bacche di Goji con cui ricavare, oltre ai succhi, marmellate ed energizzanti.
A queste realtà si vanno ad aggiungere le industrie farmaceutiche ed erboristiche. Provo a fare maggiore chiarezza sulle opportunità di guadagno con un esempio. Se ipotizziamo per il 3° o 4° anno di coltivazione una produzione di 7.500 kg, e un prezzo di vendita di 20 euro, la resa lorda sarà pari a 150.000 euro. Questo a fronte di spese da sostenere di 70.000 euro. Le rese tendono a raggiungere il loro picco attorno al 9° o 10° anno. Avendo comunque a che fare con una pianta perenne, la coltivazione del Goji garantirà una buona produzione anche negli anni successivi.
La coltivazione delle bacche di Goji in Italia
Non sono poche le realtà che hanno deciso di investire nel prodotto biologico, riuscendo a spuntare contratti esclusivi che prevedono una rivalutazione annuale del prezzo di acquisto legata all’andamento del mercato. La scelta sempre più indirizzata verso il prodotto bio dovrebbe permettere alla produzione italiana di affermarsi sul mercato. D’altro canto, la Commissione Europea per la vigilanza sulla sicurezza alimentare ha definito le bacche di Goji coltivate in Italia come “sicuro ingrediente alimentare”. Allo stesso tempo, il Ministero della Salute del nostro Paese ha inserito il Goji nella lista degli estratti vegetali utilizzabili come integratore “antiossidante”, confermandone i benefici per la salute.
Conclusione
Fatto salvo quanto da me riportato in questo articolo voglio fare un’ultima precisazione. Come accade per chi investe nell’uva, decidere di dedicarsi alla coltivazione delle bacche di Goji richiede un’attenzione non indifferente. Per tale motivo, oltre a seguire scrupolosamente quanto indicato dai disciplinari, ti consiglio di rivolgerti ad agronomi qualificati per godere della massima competenza in materia. Lavorando al fianco di esperti potrà garantirti una produzione estremamente soddisfacente sia a livello di qualità che di quantità.
Supporto con istruzioni e consulenza per contributi e finanziamenti
Per avere un supporto per avviare una coltivazione di Bacche di Goji ed info e consigli per finanziamenti, contributi a fondo perduto e agevolazioni pubbliche segnaliamo il Kit Creaimpresa: Come avviare una coltivazione di Bacche di Goji (da noi valutato e ritenuto veramente valido). Comprende anche una consulenza con professionisti del settore su come ottenere contributi e finanziamenti.