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Come aprire un’attività di ristorazione mobile: requisiti, costi e kit di supporto

Vediamo come aprire un food truck, l’iter burocratico, gli investimenti e il kit di supporto da scaricare

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Mangiare per strada è un piacere che ci concediamo tutti. Specie da quando l’offerta dello street food si è fatta più ampia e soddisfacente. Se anche voi state pensando di aprire un’attività di ristorazione mobile, sappiate che le cose da fare non sono poche ma può portare enormi soddisfazioni. Lavorare per strada non significa farlo in maniera approssimativa. Anzi: gli sgangherati furgoncini che vendono panini di dubbia qualità stanno cedendo, sempre più spesso, il passo a “food truck” esteticamente attraenti. E attrezzati per offrire ai passanti prodotti sempre più ghiotti e ricercati. Le possibilità sono tante e i vantaggi non indifferenti, ma occhio alle autorizzazioni di cui non è possibile fare a meno.

Come aprire un food truck (ristorante mobile)

ristorazione mobile

Partiamo col dire che per avviare un’attività di ristorazione mobile, occorre disporre di un mezzo che deve essere immatricolato come veicolo speciale uso negozio. A differenza degli altri esercenti, che restano sempre fermi nelle loro postazioni, chi sceglie di dedicarsi al commercio on the road  deve, infatti, spostarsi continuamente. Puntando alle zone che possono garantirgli introiti migliori: piazze o strade in prossimità di scuole, uffici e negozi; piazzali antistanti gli stadi o i monumenti ecc… Le possibilità sono tante: c’è chi si affida al classico furgone o furgoncino e chi opta per una soluzione più vintage (da qualche anno, a spopolare sono soprattutto l’Ape Car Piaggio e il T1 della Wolkswagen). L’importante è che nel vostro “food truck” ci sia tutto quello che serve per offrire ai clienti un prodotto buono e facile da mangiare. Che può trarre ispirazione dalla cultura culinaria di terre più o meno vicine.

Aprire un’attività di street food non significa, infatti, solo vendere pizze, panini, patatine fritte o gelati. C’è chi scommette sulla qualità e propone prodotti tipici locali e chi sceglie di specializzarsi sul cibo etnico. E chi, ancora, prova a fondere tradizione e innovazione, puntando a soddisfare la richiesta di una clientela particolarmente esigente. A fare la differenza sarà anche la cura che dedicherete all’allestimento del vostro negozio mobile (in Italia, ci sono molto aziende che si occupano specificamente di questo). Più il “food truck” risulterà funzionale e riconoscibile, più avrete possibilità di partire con la marcia giusta. Sfruttando il grande vantaggio legato a questo tipo di attività che permette di gestirsi, in completa libertà, gli orari. E di scegliere le zone che possono procurare guadagni migliori.

Burocrazia per aprire un food truck

Per mettere in moto l’attività, occorre disporre però di specifiche licenze. Chi vuole avviare un’attività di street food, deve ottenere l’autorizzazione amministrativa per l’esercizio del commercio su aree pubbliche. Ce ne sono di due tipi: la licenza A, rilasciata dal Comune a pagamento, è quella che riguarda il commercio ambulante con posteggio fisso (in pratica, si acquista la concessione che permette di sostare, per un giorno intero, in una determinata area). Mentre quella di tipo B, rilasciata gratuitamente dal Comune, riguarda il commercio ambulante itinerante e consente di sostare, per un periodo di tempo non superiore alle due ore, in una zona che non sia stata concessa ai “competitor” con licenza di tipo A.

Cosa occorre fare per ottenere l’autorizzazione? Bisogna essere in possesso di almeno uno di questi requisiti:

  • essere già iscritti al Rec (Registro esercenti commercio) che è stato, però, abolito nel 2006
  • avere frequentato un corso professionale per la somministrazione di alimenti e bevande, riconosciuto dalla Regione
  • vantare un’esperienza di almeno due anni nel settore: occorre certificare di essere stato titolare, socio, dipendente o collaboratore in un’attività analoga, negli ultimi 5 anni
  • avere un diploma di scuola alberghiera o un un titolo di studi attinente all’esercizio dell’attività che si vuole svolgere

Ma non basta: una volta ottenuta l’autorizzazione da parte del Comune, bisogna ricevere il “nulla osta” anche dall’Asl e documentare il possesso della famosa certificazione Haccp, che attesta il controllo igienico alimentare all’interno dell’esercizio mobile. A questo punto, non resterà che aprire una Partita Iva e iscriversi al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio. Per quanto veloce il vostro “food truck” possa essere, scappare dalle procedure burocratiche e sanitarie che regolano il settore, sarà impossibile. Lavorare per strada non significa esercitare nel Far West. Anzi: mai come in questo caso, è necessario che le leggi e le normative vengano rispettate.

Avviare un’attività di street food: costi

L’idea di aprire un’attività di ristorazione mobile vi alletta? Non resta che fare due calcoli e approntare un piano dettagliato. Le testimonianze riportate da chi si è già lanciato nel commercio on the road sono diverse: c’è chi assicura che è possibile partire con un investimento iniziale di 20/25 mila euro e chi suggerisce di puntare, invece, su un budget più sostanzioso (dai 40 mila euro in su). A fare la differenza sarà, ovviamente, la cura che destinerete all’allestimento del vostro negozio su quattro (o tre) ruote. E la qualità del prodotto che sceglierete di offrire: l’impiego di materie prime di qualità vi costerà di più, ma nel medio e lungo termine, vi procurerà fama e guadagni migliori.

Il Kit di supporto per aprire un’attività di ristorazione mobile

A chi volesse ricevere informazioni più approfondite sull’argomento, consigliamo di consultare il Kit Creaimpresa: “Come aprire un’attività di ristorazione mobile”, da noi analizzato e giudicato veramente valido. Uno strumento prezioso, che vi aiuterà a progettare al meglio la gestione della vostra attività, fornendovi indicazioni aggiornate sulle leggi, le normative, le licenze, le autorizzazioni, gli investimenti iniziali, i possibili guadagni e molto altro ancora.

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