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Coronavirus e lavoro: il destino delle fabbriche ed attività lavorative

Il futuro delle imprese colpite dall’emergenza sanitaria Coronavirus. Tra chiusura di fabbriche e smart working

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Il Coronavirus preoccupa per le condizioni di salute e le possibilità di contagio, ma anche per gli effetti negativi che ha sull’economia e sul lavoro. Quanto tempo le industrie riusciranno a resistere in questa particolare situazione? Portare avanti un’attività nelle zone ad alto rischio di contagio, non è facile e spesso diventa impossibile.

Aziende rischiano la chiusura a causa del Coronavirus

emergenza coronavirus per le aziende

Il Coronavirus che ha conquistato da diverse settimane la prima pagina dei giornali, ha letteralmente mutato lo scenario italiano. Le ripercussioni si sono registrate anche nel settore economico e produttivo. Infatti, sono tante le realtà industriali che nelle zone rosse, quelle ad alto rischio di contagio, sono state costrette a chiudere o comunque ad adottare nuove tipologie di organizzazione lavorativa. Altre aziende hanno continuato a lavorare. Tuttavia il problema ed il disagio resta, in quanto non tutte le tipologie di lavoro possono essere svolte da casa. Ad esempio la produzione in catena di montaggio non è qualcosa che si può fare da casa. Le realtà aziendali non pronte allo smart working hanno rallentato ed in alcuni casi fermato la produzione, con ripercussioni negative sul fatturato. In una situazione del genere, ad essere tutelato non deve essere solamente il lavoratore ma anche il datore di lavoro. Per quanto tempo le aziende potranno sopravvivere in questa situazione di particolare emergenza?

Gli effetti del Coronavirus nel settore commerciale

Anche il settore commerciale ha registrato nelle zone ad alto rischio di contagio da Coronavirus, una notevole perdita di fatturato. Negozi chiusi, bar ed hotel che risentono profondamente della crisi. Il problema è anche gestire la carenza di personale. Infatti chi vive nelle zone rosse, ma lavora al di fuori di esse, non può recarsi a lavoro, in quanto nessuno può uscire o entrare da queste particolari zone. I datori di lavoro devono dunque gestire anche la carenza di personale. Ad oggi nessuno può prevedere quanto durerà questa situazione di emergenza Coronavirus, per questo molti datori chiedono più ammortizzatori sociali. Ad esempio potrebbe essere introdotta la cassa in deroga in quei settori e realtà in cui non è prevista la cassa integrazione ordinaria. Proprio in vista dell’incertezza futura, bisogna studiare e garantire delle tutele alle aziende che rischiano di andare in fallimento se la situazione di emergenza dovesse durare ancora per molto.

Le colf e le badanti a rischio licenziamento

Altra realtà da dover gestire è quella legata al lavoro di cura ed assistenza a domicilio. Sono tante le badanti e le colf che non sanno come doversi comportare in questa situazione di emergenza sanitaria. Ovviamente ci troviamo di fronte ad una tipologia di lavoro che non può essere svolta da casa ma richiede la presenza fisica della persona. Questo potrebbe facilitare il rischio di contagio, soprattutto per gli anziani, con difese immunitarie più basse. I datori di lavoro non sanno bene come gestire la situazione, e molte badanti rischiano il licenziamento, come forma preventiva per evitare o diminuire il rischio di contagio da Coronavirus. Inoltre, per questa categoria di dipendenti non ci sono specifici ammortizzatori sociali, cosa che complica ancora di più la situazione. Si aspettano delle istruzioni da parte delle autorità competenti sul come comportarsi nel caso di lavoro a domicilio di cura ed assistenza.

Coronavirus e settore bancario

Il settore bancario è quello che forse ha risentito di meno della crisi ed emergenza sanitaria. Parliamo di realtà che già da tempo erano pronte allo smart working ed a forme alternative di lavoro. Per ora, alcune banche hanno anticipato la chiusura, facendo entrare nella struttura la gente a scaglioni, per evitare che all’interno dell’ambiente ci fosse un sovraffollamento di gente. Inoltre, i dipendenti che non sono addetti allo sportello, possono lavorare da casa in tutta tranquillità. Insomma, in questo settore il lavoro agile viene adottato con successo, portando a buoni risultati e benefici non solo per i clienti ma anche per il personale stesso. Tuttavia, si spera nella soluzione del problema sanitario, in maniera tale che tutto possa tornare alla normalità il prima possibile, senza ulteriori problemi per i datori di lavoro, le aziende ed i lavoratori.

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