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Cosa cercano le aziende che non c’è nel tuo CV

Essere coraggiosi, saper imparare dai fallimenti, muoversi continuamente ed essere se stessi; ciò che cercano le aziende passa da queste quattro caratteristiche. Ma dentro un CV tutto questo non si trova.

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Per quanto lo si possa costruire e redigere nel migliore dei modi, il Curriculum Vitae non può da solo soddisfare tutte le richieste di un’azienda, per meglio dire non può rispondere a tutte le domande che questa vorrebbe farti. Nemmeno la lettera di presentazione è in grado di adempiere ad un tale compito ed anche combinando i due documenti, restano comunque dei vuoti. Ma allora cosa cercano le aziende? Cosa vuole da te la compagnia alla quale hai mandato il curriculum e nel quale non ha trovato risposte definitive? Vediamolo in questo articolo.

resilienza

Cosa cercano le aziende?

Di fatto cercano una cosa che si chiama resilienza, ovvero la capacità di resistere agli urti e alle difficoltà, perseguendo un obiettivo di medio o lungo termine. Questa capacità, anche a scriverla sul Curriculum Vitae cambia poco, o ce l’hai oppure no. E, in questo secondo caso, è necessario svilupparla. Ma cosa bisogna avere, su quali comportamenti e quali doti bisogna lavorare per raggiungere un grado soddisfacente di resilienza? Ci sono alcuni atteggiamenti che se adottati dimostrano il possesso o comunque la capacità di sviluppo di questa importantissima qualità, vediamo quali sono.

Sii coraggioso

Sempre più spesso le aziende oggi cercano persone che sappiano rompere gli schemi, che abbiano quindi il coraggio di non adattarsi semplicemente alla linea ed alla cultura aziendale, ma che sappiano rinnovarla, cambiarla, ridirigerla. Per fare questo però ci vuole un certo coraggio; devi infatti saper andare contro gli schemi precostituiti, magari confrontarti con colleghi che la pensano diversamente da te, in situazioni di forte stress. Il problema è però che i cambiamenti e le innovazioni non possono mai arrivare da comportamenti di stallo. Se si resta dove si è, non cambierà mai niente. Le aziende invece dovendo innovare per fare business, hanno bisogno di persone in grado di fare questo, e che sappiano usare la resilienza proprio in funzione della rottura degli schemi, per fare uno, due, tre passi avanti, magari anche tutti in una volta.

Gestisci i fallimenti

Dietro alle migliori invenzioni ci sono sempre dei fallimenti. Fallire non è un problema se la gestione dei fallimenti è oculata. Nascondere una tua sconfitta ad un colloquio di lavoro potrebbe non aiutarti come credi, ma anzi danneggiarti. Spiegare invece perché quella volta hai perso e che cosa hai poi fatto per ritornare in auge, cosa hai imparato da quel fallimento, come insomma hai trasformato una sconfitta nel breve periodo in prima una lezione di vita e poi in una vittoria prendendo in considerazione un periodo più lungo può invece essere una strategia vincente. Le aziende non cercano persone che nascondano le loro debolezze, ma cercano te, se sei uno che queste debolezze le trasforma in forze.

Supera la perfezione

Sembra un controsenso ma non è così; questo perché la perfezione, fondamentalmente, non esiste. Bisogna quindi raggiungere l’eccellenza, dando per scontato che, una volta svolto anche il lavoro migliore del mondo, non sarà mai perfetto, perché è il mondo stesso a muoversi, sempre e tu devi farlo con lui. In questo senso la resilienza è fondamentale, come capacità di perseguire continuamente un obiettivo che si sposta, malgrado tutto e tutti. Se proprio vogliamo parlare di perfezione sul lavoro, almeno in senso teorico, ecco, la capacità continuativa di capire cosa sta succedendo e anticipare i risultati raggiungendo quindi gli scopi in un tempo minore, può essere considerata una sorta di perfezione imperfetta. Qualcosa che è giustissimo fare, ma che non porterà mai ad un risultato unico, perché, appunto, quel risultato, si sposterà.

Sii te stesso

Resilienza non significa combattere contro tutto e tutti sempre senza nessuna ragione e per giunta facendo cose senza senso. Chi ti fa il colloquio è più esperto di te, sennò non sarebbe lì e la grande maggioranza delle volte si accorge praticamente subito se fai finta di essere qualcuno che non sei. Quando se ne accorge la sua prima reazione è quella di cercare di capire il perché di un simile comportamento da parte tua e ciò genera nella sua mente una serie di dubbi che certo non sono positivi per la tua immagine. Magari tu lo fai in buona fede, pensando che sia meglio “fingere un po’” per darsi un tono, ma non è così, un conto è giocarsi bene le informazioni da dare, un altro è cambiarle completamente rispetto a quello che hai scritto nel CV. Non lo fare, quella non è resilienza, quello è mentire. E non va per niente bene.

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