Creativi si nasce o si diventa? Si può diventare. Provare ad uscire dagli schemi mentali, che determinano le nostre scelte e condizionano le nostre azioni, è un esercizio che possiamo fare tutti. A patto che si desideri potenziare la creatività che può procurarci grandi soddisfazioni, nella vita e al lavoro. Ma attenzione: scovare una soluzione innovativa o partorire l’idea del secolo non è così facile. Né tanto meno immediato. Le cosiddette illuminazioni fulminee (o gli improvvisi “colpi di genio”) non esistono. Chi è riuscito ad “agitare le acque”, proponendo qualcosa di inedito, l’ha fatto a conclusione di un processo di “combinazione cognitiva” inaspettato, elaborato in un arco di tempo più o meno dilatato. La cosa vi sembra complessa? Non lo è affatto. E se continuerete a leggere, scoprirete che ci sono almeno 4 cose che possiamo fare per diventare più creativi. O almeno provarci.
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Potenziare la creatività al lavoro: 4 consigli utili
Secondo l’esperto americano di Business Innovation, Daniel Burrus: “La creatività è una funzione della conoscenza, della curiosità, dell’immaginazione e della valutazione. Più estesa è la base della conoscenza ed alto il livello di curiosità, più riusciamo a trovare idee, schemi e combinazioni capaci di farci creare prodotti e servizi innovativi”. Il che non equivale a dire che tutte le persone dotte, curiose ed intelligenti sono creative; ma che sono dotate di quell'”armamentario” che può agevolarle nel processo creativo. “I pezzi devono essere mescolati e replicati in maniera nuova – ha spiegato Burrus – Le idee embrionali devono essere vagliate e sviluppate e trasformate in qualcosa di utilizzabile”. Ma come possiamo coltivare la creatività al lavoro? Ecco quattro consigli che possono aiutarci nell’impresa.
Concediamoci delle vere pause
Il cervello ha bisogno di staccare: immergersi completamente nel lavoro e non concedersi alcuna pausa è il modo migliore per attentare alla nostra creatività. Regaliamoci dei momenti di pura evasione e manteniamo la mente aperta. Rimuginare su quello che dobbiamo fare, mentre scendiamo al bar a prendere un caffè, non ha alcun senso: le preoccupazioni continueranno a tarlarci e non daremo al cervello la possibilità di rilassarsi e di riossigenarsi. Impegniamoci, invece, a lasciare le incombenze sul tavolo di lavoro e poniamoci, in maniera ricettiva, nei confronti delle persone che incontriamo e delle cose che osserviamo. La nostra creatività potrebbe uscirne rinvigorita e la mente sicuramente ritemprata.
Cambiamo location
Lavorare sempre nello stesso posto non fa bene. Non ci riferiamo alla possibilità di trascorrere la nostra intera vita lavorativa all’interno della stessa azienda (che anzi, soprattutto in Italia, è una condizione auspicabile), ma della consuetudine a non cambiare mai postazione. E’ vero: avere il nostro spazio personale ci fa sentire al sicuro, ma può arrivare a soffocare la nostra creatività. Che, per crescere, ha bisogno di stimoli nuovi. Il consiglio è quello di cambiare periodicamente postazione in ufficio (se è possibile), in modo da sondare spazi nuovi e di interagire con persone diverse. Nei grandi open-space può capitare di sapere poco o nulla del collega sistemato all’altro angolo della stanza: avvicinarsi (fisicamente) alla sua postazione potrebbe fruttarci molto. Si tratta, in pratica, di uscire dalla “comfort zone” nella quale tendiamo a rifugiarci, anche al lavoro. Sperimentiamo cose nuove, a partire dalla sistemazione, e le idee inizieranno a scorrere in maniera diversa. E chi lavora da casa? Il consiglio resta sempre lo stesso: evitiamo di allestire il nostro ufficio domestico in un’unica stanza; portare il computer dal soggiorno alla cucina non costa nulla e potrebbe procurarci grandi benefici. In termini di creatività.
Proviamo a pensare in maniera diversa
Per tutta la vita, ci hanno insegnato che le cose devono seguire una loro logicità. Giusto, ma rimanere ancorati ai soliti schemi mentali non ci porterà da nessuna parte. Non dobbiamo avere paura di accostare cose che non hanno alcuna connessione tra loro e dobbiamo sforzarci di pensare in maniera diversa. Secondo lo psichiatra americano, Albert Rothenberg, il pensiero creativo è essenzialmente un pensiero “gianico”, “bifronte”, orientato a combinare elementi opposti. Soltanto chi si sforza di trovare una “combinazione cognitiva” inedita dimostra di essere realmente intenzionato a coltivare la sua creatività. Di più: siamo abituati a pensare in termini di conseguenzialità. Ed a credere che se c’è un problema, occorre trovare una soluzione. E se procedessimo al contrario? Impegniamoci a scovare una soluzione innovativa e pensiamo poi al problema che potrebbe risolvere. Scardinare e sovvertire gli schemi mentali abituali può fare la differenza.
Cambiamo gli orari di lavoro
La ratio è sempre quella: se vogliamo allenare e potenziare la nostra creatività, dobbiamo uscire dalla routine. Provando anche a lavorare in momenti diversi della giornata. Si tratta di un consiglio che non può essere seguito dagli impiegati (costretti a timbrare il cartellino alle 9 per uscire alle 17.00), ma chi lavora in maniera flessibile, può fare il tentativo. E scoprire che, ad esempio, lavorare la mattina presto, a mente fresca, non è sempre la soluzione migliore. Anzi: un’indagine scientifica condotta qualche anno fa in America ha dimostrato che un cervello stanco ed affaticato ha più chance di partorire un’idea creativa. Sembrerebbe un paradosso, ma non lo è. In pratica: quando siamo stanchi, non riusciamo a concentrarci e a metterci al riparo dalle distrazioni che ci circondano e fatichiamo a ricordare quello che sappiamo. Il quadro apparentemente deprimente reca, invece, qualche buona notizia. Perché, come hanno fatto notare gli esperti, quando siamo stanchi, essendo più esposti agli stimoli esterni, abbiamo un’apertura mentale più marcata. Non solo: la difficoltà di ricordare ciò che già sappiamo ci consente di avventurarci lungo sentieri nuovi, che possono spianare la strada ad invenzioni vincenti. Teniamolo a mente: la stanchezza e l’affaticamento possono nutrire la nostra creatività.
E non si pensi che la creatività può portare benefici solo al lavoro. Chi prova a percorrere strade nuove non potrà che uscirne fortificato. E pronto ad affrontare, in maniera più strutturata, le avversità che incontrerà anche fuori dall’ufficio. La creatività può aiutare a diventare più resilienti e a convertire un “incidente” in un’opportunità di crescita.
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