Non è raro imbattersi in annunci di lavoro falsi. Spesso sono riconoscibili perché completamente scentrati, magari anche creati dai dei bot poco performanti al solo scopo di riempire le bacheche di siti non particolarmente affidabili. Fin qui la cosa la conosciamo, ma esistono anche i cosiddetti “Ghost jobs”, ovvero i lavori fantasma. Sono sostanzialmente annunci di lavori che non esistono, o comunque non sono attivi in quel momento. O, per dirla meglio, ovviamente esiste il lavoro, ma non il posto di lavoro nel momento in cui viene postato l’annuncio. La caratteristica di questi lavori fantasma è che gli annunci vengono messi online da umani in carne ed ossa, appositamente e per determinati motivi, che sono quasi esclusivamente egoistici.
Lavori fantasma: lo studio
Un interessante report di MyPerfectResume spiega che l’81% dei datori di lavoro, stando a quanto sostenuto dai loro recruiter, posta annunci di lavoro per posti che non esistono, o che esistono ma sono già occupati. Una tecnica che è apparentemente controproducente visto che non fa altro che “incasinare” le cose e scoraggiare chi cerca lavoro, ma che se la si vede dal punto di vista meramente egoistico di chi questi annunci li posta ha certamente un bel po’ di senso. Secondo lo studio, il 38% dei recruiter, tra le altre cose, ha risposto di postare annunci di lavori fantasma esclusivamente per mantenere una costante presenza sulle bacheche degli annunci di lavoro ed essere così maggiormente visibile quando dovesse rivelarsi una reale necessità di assumere qualcuno. Si tratta di una tecnica per avere un vantaggio su eventuali concorrenti, il prezzo della quale però lo pagano quelli che il lavoro lo cercano davvero, visto che fa loro perdere diverso tempo candidandosi per annunci che non riceveranno mai una risposta.
Nel 36% dei casi, la medesima operazione viene fatta per “testare” quanto sia efficace la “job description” postata dagli stessi recruiter. Si tratta di un’operazione per capire quanto la descrizione del posto di lavoro pensata per essere messa online sia appunto efficace, cioè riesca ad attirare candidati. Anche se quel posto in quel momento non esiste, la cosa potrebbe tornare utile in futuro. E’ di fatto una tecnica aziendale che ha il puro scopo di migliorare, eventualmente, la job description e che però trae palesemente in inganno il candidato, nel qual caso il posto di lavoro non esista realmente.
Nel 26% dei casi, si tratta di un’operazione che in qualche modo potrebbe tornare utile. Infatti i recruiter in questa percentuale hanno dichiarato che lo scopo è quello di costruire un pool di talenti potenzialmente utile in futuro. Praticamente il posto di lavoro in quel momento non esiste, ma chi risponde, se adatto viene selezionato e tenuto in caldo per eventuali impieghi futuri. Se è vero che al candidato da comunque un’illusione di “applicarsi” per un posto di lavoro che esiste nell’immediatezza, posto che invece non c’è, è anche vero che lascia una speranza per un tempo futuro che non è del tutto inutile.
In un altro 26% dei casi l’operazione è meramente egoistica e forse anche un po’ arrogante. Viene infatti messa in atto al puro scopo di guadagnare “insight” e posizione all’interno del mercato del lavoro e presso i concorrenti. In questo caso assolutamente nulla è dedicato, o pensato per un eventuale candidato. E’ molto semplicemente una tecnica non del tutto trasparente per acquisire vantaggi, personali e/o aziendali a scapito del candidato stesso che perde tempo a provare le sue competenze per un posto inesistente.
Nel 25% dei casi, sempre stando al report di cui sopra, l’azienda con i ghost jobs testa la difficoltà a rimpiazzare un lavoratore nel caso questo dovesse lasciare. In pratica viene postato un annuncio di lavoro (o più annunci) in cui viene descritto esattamente il posto di lavoro di cui l’azienda avrebbe necessità se un suo lavoratore cambiasse realtà. Però anche qui il posto di lavoro non esiste, non nel momento in cui l’annuncio viene postato e quindi è ovvio che tragga in inganno il candidato.
Si tratta ovviamente di tecniche che non aiutano a mantenere alta l’affidabilità degli annunci di lavoro, contribuendo a scoraggiare i candidati (e quindi, ad esempio ad aumentare il mercato degli inattivi, cioè quelli che non lavorano, non studiano e non cercano di fare nessuna delle due cose). Certamente sarebbe un fenomeno da limitare fortemente, anche non riuscendo ad annullarlo. Non è infatti ammissibile che esista un imprecisato numero di annunci di lavoro letteralmente falsi, anche se per diversi motivi. Un annuncio falso è un annuncio che non riporta esattamente i dati del posto di lavoro per il quale richiede una risorsa. E se addirittura il posto di lavoro nemmeno esiste è del tutto chiaro come quell’annuncio non possa in alcun modo definirsi vero.
Come evitare i lavori fantasma
Ma c’è modo di evitare i cosiddetti ghost jobs, ovvero i lavori fanstama, ovvero quelli pubblicizzati attraverso annunci falsi? La risposta probabilmente è “ni”, nel senso che dipende molto da come questi annunci sono strutturati. Se uno di questi riporta esattamente i dati di un posto di lavoro che potrebbe esistere (mansione, orari, azienda, stipendio etc…) ma il posto in quel momento non esiste è molto difficile, se non impossibile, capire che, appunto, quel ruolo in quel momento non è disponibile. Però è anche difficile che in questo tipo di annunci venga ad esempio fornito il nome dell’azienda (è un dato che non è necessario, detto in parole povere).
Se poi lo stipendio è fuori scala, il job title non corrisponde con le responsabilità e via dicendo, è molto meglio sospettare. Certi parametri non corrispondono perché per farli corrispondere (ad esempio la mansione con le responsabilità e/o la paga), ci vuole tempo, visto che spesso bisogna scandagliare bene i contratti nazionali. Chi fa certe prove per motivi meramente egoistici solitamente non dedica tutto quel tempo a costruire un annuncio perfetto, senza che poi debba interagire veramente con un qualche candidato. E’ più una perdita di tempo che altro, quindi spesso questi annunci di lavori fantasma vengono fatti un po’ di fretta, al puro scopo di metterli online per uno dei motivi di cui sopra. E’ pur vero che star li a guardare tutti questi dati prima di candidarsi per un posto, può portare via molto tempo e allungare la ricerca di un lavoro, ma non è mai come aspettarsi magari decine di risposte che non arriveranno mai perché il ruolo per il quale ci si è candidati non esiste. Il consiglio è quindi quello di stare un po’ più attenti del normale quando si sceglie l’annuncio a cui rispondere e, una volta scelto, farlo con tutta l’attenzione possibile.
Va detto che da un po’ di tempo esistono sistemi di controllo di questi annunci di lavori fantasma, che a loro modo funzionano. Siti come Glassdoor ad esempio permettono di postare recensioni di datori di lavoro in modo completamente anonimo. E’ sicuramente un’arma a doppio taglio, perché se è vero che potrebbe funzionare per scoprire gli annunci di lavori fantasma, è anche vero che qualcuno potrebbe utilizzare queste piattaforme per parlare male di un qualche suo concorrente. In questo senso, una tecnica da adottare è quella di leggere ed analizzare molto bene le recensioni. Ad esempio, una recensione negativa troppo veemente, potrebbe nascondere uno scopo falso (la diffamazione del concorrente, ad esempio). Normalmente non c’è alcun bisogno di essere verbalmente violenti o volgari per descrivere anche sapientemente una sgradevole situazione come quella che presuppone un falso annuncio di lavoro.
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