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La riforma dell’assistenza agli anziani: ecco cosa cambierà

La riforma dell’assistenza agli anziani ha visto il suo decreto attuativo. Si va dall’adozione di animali alle vacanze, all’aumento dell’indennità di accompagnamento.

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Dopo la legge delega 33/2023 ed in proseguimento con “il patto per la terza età” del Governo Draghi, l’attuale esecutivo ha emanato il decreto attuativo che prevede una riforma piuttosto radicale dell’assistenza agli anziani, riforma che dovrebbe entrare in vigore nel 2025. Impiegherà una gran quantità di risorse economiche anche grazie al PNRR. In Italia gli anziani sono circa 14 milioni, di cui quasi 4 non autosufficienti. La riforma punta a semplificare loro la vita sotto ogni aspetto, da quello legato all’assistenza medica a quello che riguarda la dignità della vita quotidiana. Un provvedimento che è atteso da circa 20 anni e che finalmente sotto il Governo Meloni ha visto la luce. Ma di cosa stiamo parlando esattamente? Vediamo la riforma punto per punto.

assistenza agli anziani

Assistenza agli anziani: un miliardo subito

Dato che c’è di mezzo il Pnrr, si sono dovuti rispettare alcuni tempi e si è anche dovuto indicare la quantità di risorse disponibili. Per i primi due anni tale quantità è di circa un miliardo di euro. La riforma entrerà in vigore a scaglioni, ovvero in maniera graduale. Si inizierà “sperimentandola” sui casi di gravità più alta per poi estenderla alla generalità delle persone in terza età. Complessivamente per l’intera legislatura i miliardi stanziati dovrebbero avvicinarsi ai sette. Lo scopo della riforma è appunto quello di garantire una vita dignitosa agli anziani, sia autosufficienti che non e, per quanto possibile, di permettere loro di curarsi a casa (grazie anche alla telemedicina) piuttosto che essere inseriti in una qualche struttura. Gli stanziamenti economici saranno utilizzati per rafforzare i servizi, quindi migliorare l’assistenza e raffinare i criteri di valutazione, potenziare le cure domiciliari, ma anche in meri sostegni economici. In alcuni casi infatti l’assegno di accompagnamento potrebbe aumentare anche del 200% arrivando ad un massimo di 1380 euro. Oggi è di poco più di 500.

La nuova indennità di accompagnamento

Per ora solo per i casi molto gravi, stabiliti dall’Inps, l’esecutivo ha previsto una modifica dell’indennità di accompagnamento. Consistente attualmente in circa 527 euro, per i casi di cui sopra riguardanti persone con Isee non superiore a 6000 euro, tale indennità (che rimarrà fissa nella sua componente già conosciuta) crescerà di più del doppio, ovvero di 850 euro. Si tratta di quel provvedimento chiamato “assegno di assistenza”. I soldi che ne deriveranno potranno essere spesi per acquistare beni e servizi riguardanti l’assistenza sanitaria personale. L’idea dovrebbe essere quella, in futuro, di estendere tale sistema, ma per ora si è preferito iniziare con una sperimentazione sui casi più difficili stanziano un budget di 300 milioni di euro.

Assistenza agli anziani: dalle adozioni di animali alle vacanze

La riforma sembra comunque voler toccare ogni aspetto dell’assistenza agli anziani e più in generale della loro vita. Il decreto prevede infatti anche progetti di “co-housing” (abitazioni condivise), di pet therapy (terapia con animali domestici) e agevolazioni significative per chi adotta un animale randagio dai rifugi. Tali agevolazioni riguarderanno il cibo utile a mantenere l’animale e le spese veterinarie inerenti. Questo per chi avrà un Isee sotto una certa soglia, che attualmente è stabilita in 16.215 euro. Viene da aggiungere che questa sembra essere un’ottima idea perché è da anni dimostrato come cani, gatti, ma anche altri tipi di animali risultino utili nella pet therapy e nel mantenimento delle capacità cognitive delle persone in età avanzata, stimolando non solo il fatto di rimanere attivi perché devono occuparsi di un essere vivente, ma anche gli stessi sentimenti più profondi della persona.

Nelle intenzioni della riforma dell’assistenza agli anziani, questi ultimi non verranno lasciati soli nemmeno dal punto di vita tecnologico. Si pensa infatti a progetti di “alfabetizzazione digitale”, in modo che essi non vengano tagliati fuori da un mondo che digitale lo è. Non solo, anche il turismo è un punto chiave del decreto attuativo riguardante la legge 33/2023. Il decreto stabilisce infatti, riferisce il Sole 24 ore, la possibilità di far raggiungere ad anziani autosufficienti le mete turistiche, perlomeno in stagioni di non grande affollamento, prevedendo anche soggiorni di lungo periodo. Ciò serve sicuramente anche a combattere la solitudine, una delle più grandi nemiche delle persone che hanno raggiunto la terza età. Spesso rimasti senza la moglie o il marito, gli anziani rischiano di chiudersi in se stessi, situazione che può facilmente portare al decadimento cognitivo. E’ chiaro quindi come iniziative di tipo sociale perpetrate tramite sconti e convenzioni possano sicuramente dare una grossa mano.

In questo senso un’altra idea collegata è quella di coinvolgere i giovani, che potranno portare le persone più anziane in vacanza. E’ facile comprendere come una riforma simile agisca molto sul piano umano oltre che su quello burocratico-amministrativo, andando ad individuare bisogni personali che non sono solo economici o tecnici, ma anche relazionali e psicologici, il che risulta essere una mossa veramente azzeccata, in quanto le necessità prettamente umane degli anziani vengono spesso messe in secondo piano, preferendo un tipo di assistenza decisamente più asettica.

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