Nonostante c’è chi riesca tranquillamente a farne a meno od a limitarne molto l’utilizzo, soprattutto se vive in città, l’auto privata è da sempre il simbolo di libertà per eccellenza. Un veicolo privato viene utilizzato non solo per andare a lavorare e fare la spesa, ma anche per andare in vacanza, recarsi a fare visite, portare i figli dagli amici o a fare sport, fare visita ai parenti anziani e mille altre cose. Ormai da molti anni però l’auto è bersaglio di normative sempre più stringenti, che a volte causano problemi irrisolvibili alle persone che la devono utilizzare letteralmente per sopravvivere, visto che con quella ci devono andare a lavorare. Da questa situazione è nato un altro problema ad essa collegato, quello che riguarda l’acquisto dell’auto quando si decide, o peggio si è costretti a cambiarla. Comprare un’auto è diventato un vero e proprio dilemma, rispetto ad una volta quando si andava semplicemente a gusti ed a possibilità economiche.
Comprare un’auto: la questione dell’inquinamento
Da quando è entrata in produzione la cosiddetta “benzina verde” prima e con l’avvento delle classi “euro” un po’ più tardi, si è cominciati ad essere piuttosto sensibili ai temi ambientali legati all’utilizzo dei veicoli a motore. Questo ovviamente non è un male, tutt’altro, però a volte può causare vere e proprie distorsioni sociali. I continui e sempre più stringenti divieti sui veicoli appartenenti alle classi di inquinamento più alte hanno generato un problema piuttosto complicato da risolvere, perché queste classi di inquinamento “più alte”, paradossalmente non sono poi più così tanto alte. Ad essere alta infatti è diventata l’asticella che punta ai divieti. In soldoni, se prima ad inquinare erano solo gli euro 0 o 1 adesso il problema esiste anche, ad esempio, per i modernissimi diesel euro 5 ed a volte pure per gli euro 6 se non possiedono determinate caratteristiche. Ciò, a parte altri problemi di cui parleremo più avanti, ha causato anche il fatto che sia diventato molto più complicato scegliere un’auto da compare, a meno che si abbiano un sacco di soldi a disposizione (ed anche in quel caso non è comunque detto che si riesca a fare la scelta giusta).
Ma cosa vuol dire esattamente il fatto che sia diventato complicato scegliere un’auto? Non è di molti anni fa il caso di auto diesel letteralmente nuove svendute a poco prezzo da chi abitava in città a causa del divieto di utilizzo nonostante appunto il fatto che fossero praticamente nuove e salatamente pagate. Ora, il problema di spendere decine di migliaia di euro per un veicolo che qualche mese dopo non è più utilizzabile nella zona in cui si vive (e più in generale diventa utilizzabile solo in alcune parti del territorio), non è una questione da poco. Vuol dire che programmare gli investimenti per un’auto può diventare letteralmente impossibile. Perché? Perché non è possibile spendere poco per un’auto vecchia, visto che la decisione è quella di limitarne molto la circolazione, ma nemmeno per un’auto semi-nuova o addirittura nuova a causa solo del tipo della sua alimentazione (a gasolio, nel caso specifico).
Il problema principale però non è l’auto a gasolio in se stessa, ma il concetto che sta dietro. Un’auto euro 0 o euro 1 (quindi) vecchia a benzina o a gasolio può circolare poco perché inquina troppo nonostante di quel tipo di auto ne siano rimaste poche. Un’auto a gasolio anche recentissima può fare però esattamente la stessa fine. Il concetto che sta dietro è che a prescindere dalla spesa che uno fa, qualcuno potrebbe legiferare contro quel tipo di veicolo subito dopo, rendendo spese anche molto importanti completamente inutili. Il che vuol dire che scegliere l’auto da comprare può diventare un problema enorme. Se nel caso descritto è stato fatto sui diesel, in futuro potrebbe venir fatta la stessa cosa sui benzina, sui gpl e metano, sulle ibride. E andando avanti pure sulle elettriche sostenendo ad esempio che, un tipo di batteria sia troppo inquinante da smaltire. facendo così diventare necessario l’acquisto di un’auto elettrica con batterie più moderne. E’ un’ipotesi questa, che ovviamente potrebbe anche non verificarsi, però… Mai dire mai, insomma.
La cosa sembra quindi essere un po’ un circolo vizioso (che tra l’altro nel caso dei motori endotermici sarebbe facilmente risolvibile per tutte le classi d’inquinamento utilizzando i bio-carburanti), che potrebbe facilmente portare gli acquirenti ad un’incertezza di fondo su un futuro acquisto, ritraendosi così dallo stesso. Perché mai infatti una persona dovrebbe spendere 20-30 o 40.000 euro per un’auto che non sa se tra qualche anno, o qualche mese, potrà ancora usare? Per intenderci, bisogna capire il concetto che sta dietro all’interpretazione dell’auto privata. Sebbene ci sia chi la cambia costantemente ogni due-tre anni, i veicoli endotermici privati possono durare anche 25-30 anni. Precedentemente alle classi euro, ma soprattutto agli ultimi 15 anni, erano sì esistite politiche di incentivazione all’acquisto di auto meno inquinanti, ma nessuno aveva mai pensato di vietare la circolazione di alcuni tipi di auto. Di conseguenza chi poteva e voleva la cambiava spesso, per altri era invece un investimento per la vita o quasi, a causa principalmente delle proprie condizioni economiche.
Ora con il fatto di vietare quelle più inquinanti, l’acquisto di un’auto può diventare più frequente. Ma il problema è che per diventarlo bisognerebbe che il sistema economico lo permettesse. Come è noto invece, almeno in Italia gli stipendi non crescono da moltissimi anni (ben più di 10), al contrario del costo della vita che invece è aumentato pesantemente. Non si capisce quindi come le persone comuni potrebbero riuscire a comprare un’auto più spesso rispetto a quanto fatto precedentemente, visto che nei fatti il loro potere economico, almeno in media, è diminuito sensibilmente.
Attenzione alle necessità
Ciò che poi non si capisce molto bene è come dovrebbero fare le persone che non possono permettersi un’auto più recente ad andare a lavorare, o a recarsi negli ospedali, dai parenti e via dicendo. Insomma, l’auto è sì un mezzo privato utilizzabile per motivi per così dire “ludici” (turismo, passatempo), ma principalmente è quello con il quale le persone si muovono per soddisfare esigenze di prima necessità. Vietare quelle vecchie senza che si possa assicurare a tutti la possibilità di cambiare il proprio veicolo con un più nuovo non pesando sull’economia familiare, rischia di comprimere questo tipo di esigenze primarie.
E’ davvero necessario impedire di portare un parente anziano all’ospedale cittadino solo perché chi deve farlo non è abbastanza benestante da poter acquistare un’auto nuova o comunque molto recente, nel nome della lotta all’inquinamento? Va detto che per evitare questo problema, molte città hanno introdotto sistemi di controllo del chilometraggio (come ad esempio il Move-in). Sostanzialmente chi ha un’auto “anziana” si iscrive a questo sistema tramite la propria targa e gli viene dato un range di km variabile (a seconda proprio dell’anzianità dell’auto), in modo che possa muoversi anche nei posti vietati fino a quando non raggiunge il numero di km stabilito.
Va bene, ma chi decide quanti chilometri servono? Se una persona dovesse portare ad esempio un suo parente a fare una terapia quotidiana per sempre, come potrebbe fare se non può permettersi una macchina nuova o quasi? E se deve andare a lavorare in una zona in cui vigono limitazioni? E se deve fare entrambe le cose? E come può fare per andare a fare la spesa? Quel range di km insomma, non è alto e quindi prima o poi finirà. E dopo? E’ senza dubbio auspicabile che questo sistema, senza ovviamente tralasciare i temi ambientali, venga in qualche maniera rivisto, rendendolo più libero e meno invasivo e facendo in modo di garantire la possibilità di soddisfare almeno le necessità primarie di tutti i cittadini, a prescindere dal mezzo che possiedono e senza sindacare troppo sul perché non ne abbiano uno di costruzione più recente. Bisogna sempre ricordarsi che ci sono molti disoccupati e molti precari, anche in età matura o avanzata, molte persone che lavorano part-time con stipendio conseguente e un buon numero di individui che nonostante un lavoro a tempo pieno non riescono a portare a casa neanche 1000 euro. Ciò significa che per loro avere la possibilità di comprare un’auto nuova o recente potrebbe risultare qualcosa di veramente arduo.
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