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Limiti di velocità: il caso della SS 36

Dal primo agosto i limiti sulla Valssina sono scesi a 90 km/h, dai precedenti 110. La “SS 36 lumaca” però, pare non la voglia nessuno o quasi.

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Da alcuni giorni sta suscitando un polverone non solo mediatico il caso della SS 36, ovvero quella strada che collega Milano e Monza a Lecco e Sondrio, alla Valtellina e alla Valchiavenna. Recentemente sulla SS 36, comunemente chiamata Valassina, sono infatti stati abbassati i limiti di velocità,  che sono scesi da 110 km/h a 90. Un provvedimento questo, in vigore dal primo agosto di quest’anno. La protesta ha coinvolto diverse parti sociali, partiti politici, cittadini, enti, associazioni. Ed è finita in breve tempo in Parlamento.

La decisione è stata presa da Anas, che così ha spiegato le sue ragioni: “La revisione dei limiti di velocità sulla Strada statale 36 è stata effettuata in base alle attuali condizioni geometriche e plano-altimetriche dei vari tratti stradali e rientra in un più ampio processo di riqualificazione infrastrutturale. A oggi la situazione della Statale 36, ai sensi del codice della strada, non consente velocità superiori ai 90 chilometri orari per superare i quali sono necessari interventi strutturali, come la realizzazione di banchine, che sono in parte pianificati e in parte in fase di progettazione”.

limiti di velocitàVa detto che la SS 36 è una strada a tripla corsia per carreggiata per la prima parte (venendo da Monza) e a doppia per la restante tratta (che, ad oggi, termina qualche chilomentro prima di Morbegno, in Valtellina). Da parte milanese la statale in questione prende il via da Viale Fulvio Testi (prima ancora Viale Zara) a Milano, un’importante arteria cittadina e dell’Hinterland nord-milanese. Bisogna però anche precisare che non è un’autostrada o una tangenziale e non può essere assimilata a questo tipo di arterie. In un paio di tratti soprattutto, presenti tra Monza e Lecco, ci sono curve piuttosto strette per la velocità media della restante statale (in gran parte dritta o quasi) che per giunta sono caratterizzate da una certa pendenza. Per quanto ben segnalate e tenute con tutti gli accorgimenti del caso, in quei tratti è necessario rallentare, soprattutto se alla guida di “bilici” o camion a rimorchio. Ed infatti in quei tratti i limiti di velocità sono differenti, più bassi, a prescindere dalle nuove modifiche. La SS 36 attraversa inoltre, grazie a gallerie e sopraelevate, tutta la cittadina di Lecco. Ed è anche questo un tratto caratterizzato da curve e pendenze alle quali bisogna comunque prestare una certa attenzione (e dove da sempre vigono limiti di velocità inferiori).

In ogni caso, l’abbassamento dei limiti di velocità non è andato giù quasi a nessuno. Praticamente subito, è nato il nomignolo “SS 36 lumaca”, per identificare i limiti troppo bassi. La protesta di enti e associazioni è nata  dal fatto che la SS 36, essendo anche l’unico collegamento veloce con la provincia di Sondrio è tra le strade più frequentate da chi lavora in zona e la paura è proprio quella che chi potrebbe rimetterci siano i lavoratori. Contemporaneamente all’abbassamento dei limiti di velocità, è stata anche annunciato l’impianto di 4 nuovi autevelox fissi (più due mobili), due per carreggiata, che ad oggi non sarebbero ancora stati installati a causa della non completata modifica dei cartelli recanti i nuovi limiti di velocità. Secondo Anas, la misura non sarebbe definitiva, ma prettamente temporanea. Durerebbe infatti il tempo necessario ad adeguare la strada ai limiti di velocità precedenti.

Questo però non ha fermato la protesta, che è passata ad esempio da Confartigianato imprese Lecco, cittadina che appunto è attraversata dalla SS 36: “Non sono ben chiare le motivazioni che hanno indotto l’Anas ad assumere tale scelta, ci convincono poco le ragioni dettate dalla sicurezza stradale e mi auguro che non vi siano motivi di altra natura che avrebbero l’effetto di penalizzare ulteriormente il sistema delle nostre imprese oltre che dei cittadini”. Insomma, il rallentamento della viabilità sulla Valassina, è la teoria sostenuta dai contrari al provvedimento, potrebbe creare più di qualche problema ad automobilisti e camionisti “pendolari”, aumentando il tempo di viaggio a causa di rallentamenti e code, anche perché, non tutta la tratta (quasi 90) sarà percorribile a  90 orari. In alcuni tratti infatti, il limite è stato portato a 50 o 60 km/h.

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