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Notizie brevi sul lavoro gennaio 2025

Una carrellata delle notizie più importanti sul lavoro ad anno appena iniziato.

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In Italia 770.000 nuovi posti nel 2025

Secondo il rapporto Excelsior-Unioncamere nel 2025 ci saranno 770.000 nuovi posti di lavoro. A trainare il mercato saranno i settori della logistica, che prende la sua spinta dagli e-commerce, l’edilizia e la tecnologia. Ci sono comunque dei settori abbastanza in crisi, come quello dell’automotive, che probabilmente è rimasto vittima dei prezzi troppo alti delle auto e dal problema della possibile fine del motore endotermico entro qualche anno (a meno che cambi qualcosa, come molti sperano) ma altri settori invece sembra vogliano farla da padrona. Alcuni di questi potrebbero stupire. Come il food&beverage dove gli addetti specializzati sono molto ricercati. In ogni caso, i quasi 800.000 posti di lavoro in più entro la fine dell’anno sono certamente un’ottima notizia in un paese dove il mismatch tra domanda e offerta sfiora il 50%.

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Il ritorno del lavoro in ufficio

Dall’Inghilterra alla Germania agli Usa, la tendenza delle aziende di chiedere ai propri dipendenti di tornare a lavorare in ufficio, limitando così, o addirittura annullando, in qualche caso, la pratica dello smart working, sembra essere di portata mondiale. Il caso più noto degli ultimi tempi è sicuramente quello di Amazon, che ha chiesto ai propri lavoratori di essere in ufficio 5 giorni a settimana. Ma anche i dipendenti di X e Tesla hanno ricevuto lo stesso input da Musk, il quale è molto amico di Trump, neo-presidente degli  Stati Uniti che sembra voler far tornare tutti i dipendenti pubblici Usa a lavorare in sede e non in smart working.

Parità di genere sul lavoro è ancora lontana

Secondo gli ultimi dati Inps e riportati ad esempio da Adnkronos, la parità di genere sul lavoro, intesa come parità retributiva, è ancora piuttosto lontana. Dal 2010 la quantità di donne lavoratrici in percentuale è aumentata (poco più dell’1%), ma le retribuzioni sono ancora molto diverse. Un uomo guadagna in media 24.500 euro l’anno, una donna 17.300. Inoltre le donne sono molte di meno nei cosiddetti ruoli apicali, cioè nei posti di comando, dove si decide e di conseguenza si guadagna molto di più. Ciò chiaramente fa pendere la media delle retribuzioni a favore del genere maschile.

Il 70% degli italiani vuole lavorare dopo la pensione

Strano a dirsi per qualcuno forse, ma secondo un recente rapporto del Censis, circa il 70% degli italiani non disdegnerebbe di trattenersi al lavoro anche ben oltre l’età pensionabile. Probabilmente i motivi sono da ricercarsi nel fatto che una grossa fetta degli interessati è costituita da una generazione che ha sempre messo al centro della vita proprio il lavoro. Ma anche il problema degli stipendi che non aumentano da 30 anni, cosa che ovviamente impatterà anche sull’entità dell’assegno pensionistico, potrebbe essere una ragione molto seria da prendere in considerazione nel valutare il perché gran parte degli italiani. Paradossalmente, una grossa fetta di intervistati (circa il 65%), vede l’allungamento dell’età pensionabile come una costrizione della propria libertà personale.

Al lavoro in bici tutto l’anno

E’ la particolare storia di Teodoro Lanucara, riportata dal quotidiano La Nazione. Residente in Toscana, Teodoro si è recato sul proprio posto di lavoro in bicicletta per tutto il 2024 (lo ha fatto in parte anche nel 2023). Secondo lui (e non solo) si tratta di un chiaro esempio di sostenibilità ambientale, ma anche di un modo molto concreto di “partecipare” alla vita, visto che si ferma a parlare con diverse persone durante il tragitto, che come lunghezza si aggira attorno ai 45 minuti.

E’ certamente un’ottima iniziativa, ma il consiglio è quello di non intraprenderla se non si è ben allenati (come in effetti il protagonista di questa vicenda è). Si tratta infatti di usare la bici sia con il caldo estremo che con il freddo pungente. Di giorno, di sera, magari di notte, a seconda dei turni. In salita ed in discesa. Con la neve o col ghiaccio. Non è insomma qualcosa che possa fare chiunque senza almeno curare prima per diverso tempo la propria forma fisica.

Nel 2024 persi 30.000 posti nel settore auto

Secondo un’indagine del Financial Times, nel 2024 in Ue sono stati persi 30.000 posti di lavoro nel settore dei componenti per auto. Si tratta di una cifra doppia rispetto ai 15.000 del 2023. E’ difficile capire quale sia il motivo, ma certamente c’entra il forte calo delle vendite delle auto un po’ in tutta Europa. Meno auto vengono vendute, meno sene produrranno. E quindi serviranno meno componenti, di conseguenza pure meno lavoratori che li producono. Variabili che potrebbero aver influito potrebbero facilmente essere i costi delle auto (che permettono a un numero minore di persone di poterne acquistare una) e forse l’incertezza sul futuro di alcuni tipi di automobili dovuta alle recenti leggi europee, che potrebbe avere ad esempio un effetto limitante sugli investimenti.

Farsi pagare per stare in coda in pizzeria

L’unico modo per poter mangiare la pizza da Lucali, a New York, è fare una lunga fila, in quanto il locale non accetta prenotazioni. Non tutti però hanno voglia di farla, così la pizzeria è giunta agli onori delle cronache grazie al fatto che qualcuno ha deciso di pagare un’altra persona allo scopo di fare la fila per lui. Ovvero, tu aspetti tre ore in coda, e quando è il tuo turno a mangiare ci vado io, pagandoti per il servizio che mi hai reso. Tutto ciò è prenotabile attraverso un’apposita app molto nota negli Usa (Task Rabbit), nata per far incontrare tra loro professionisti e freelance. Ma evidentemente è utile anche per lavori meno specialistici, come appunto fare la coda in pizzeria per conto di qualcun altro. Il concetto che sta dietro è quello di delegare attività non desiderate a qualcun altro, in modo da risparmiare il proprio tempo a fronte del fatto di dover ovviamente elargire un corrispettivo.

Disoccupazione ai minimi da sempre

Secondo l’Istat, a novembre 2024 la disoccupazione in Italia ha raggiunto il suo minimo da quando vengono calcolate le cosiddette “serie storiche”, cioè dal 2004. Sono anche aumentati gli occupati (il rapporto tra disoccupazione e occupazione è diretto, ma non esclusivo).Rispetto allo stesso mese del 2023, stiamo parlando di 328.000 occupati in più. E’ stato l’aumento del costo della vita a far ripartire la macchina nascosta degli inattivi, quelle persone cioè che non studiano, non lavorano e non cercano nemmeno di farlo (diversi quindi dai disoccupati, che non hanno un lavoro però lo cercano).

Nonostante questo, per la categoria degli inattivi si è comunque registrato un aumento, pur piccolo (0.1%). Ciò vuol dire che nonostante il mercato del lavoro sia in una congiuntura abbastanza favorevole, un certo numero di persone ha comunque valutato che non valesse la pena cercare un mestiere o studiare. Questo è sicuramente un problema da affrontare e risolvere.

78 milioni di posti di lavoro in più nel 2030

Secondo un rapporto del World Economic Forum, da qui al 2030 nel mondo verranno creati 78 milioni di posti di lavoro in più. 170 milioni il totale, ma 92 milioni di ruoli potrebbero venire a mancare, sostituiti insomma. Tra autisti, esperti di intelligenza artificiale, professori sia universitari che di liceo, contadini, informatici, braccianti ed altre professioni, il mercato del lavoro dovrebbe riuscire ad espandersi in maniera significativa e ridurre quindi la disoccupazione, sostenendo così lo sviluppo dei popoli. Alcune figure professionali però, potrebbero vedere il loro numero complessivo significativamente ridotto. Come ad esempio i bibliotecari o le guardie giurate. Ovviamente è comunque molto difficile prevedere il reale andamento dei ruoli lavorativi, in quanto potrebbero subentrare variabili che ad oggi ancora non conosciamo e modificare così le previsioni fatte attraverso gli attuali studi. Nel caso, non è chiaramente detto che tali modifiche risulteranno peggiorative rispetto alle attuali previsioni.

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