La Bce ha previsto un piano di arginamento dell’inflazione che dovrebbe tirare su l’economia di tutta l’Eurozona. Il programma si chiama Qe, Quantitative Easing, e partirà il prossimo 9 marzo. Soddisfatto Mario Draghi, presidente della Banca centrale Europea, secondo cui si rafforzerà ben presto anche l’economia italiana. “Gli ultimi dati economici mostrano alcuni ulteriori miglioramenti dell’economia all’inizio dell’anno – ha affermato Draghi in conferenza stampa – e guardando avanti, ci aspettiamo che la ripresa economica si ampli e si rafforzi gradualmente”. La Banca Centrale Europea infatti ha modificato perfino le precedenti previsioni riguardo la crescita del Pil nell’Eurozona: le stime sono ora più positive, con una espansione prevista per il 2015 dell’1,5%, ovvero di ben un dato percentuale in più rispetto a quanto era stato previsto dalla stessa Bce lo scorso dicembre. Per il 2016 si prevede ora un incremento del Pil dell’1,9%, per il 2017 del 2,1%.
Bce: lanciato il programma Quantitative Easing
Vediamo più in dettaglio cosa prevede il Quantitative Easing. La politica di questo programma è stata definita da Mario Draghi di tipo espansivo, e secondo il presidente della Bce ciò sta già dando i suoi primi risultati positivi. Il Qe prevede l’acquisti di titoli di debito erogati dalle istituzioni pubbliche dell’Eurozona per un totale di 60 miliardi di euro al mese. Si tratterà quindi principalmente di normali titoli di Stato, ma anche le istituzioni sovranazionali ne emetteranno di analoghi, simili ai famosi Esm ed Efsf, gli attuali “fondi salva Stati”. Il Qe verrà portato avanti, sotto la continua tutela degli Stati membri, almeno fino al mese di settembre 2016, e comunque finché l’inflazione non sarà stabilmente scesa. L’investimento totale del Quantitative Easing sarà quindi di 1.140 miliardi di euro, di cui il 12% riguarderà titoli delle già citate istituzioni sovranazionali.
Ma andiamo a vedere quali e quanti rischi in concreto si assumerà la Banca Centrale Europea rispetto a ciascuno Stato membro; rischi che, come vedremo, non saranno poi tanto grandi in confronto a quanto rischieranno le banche centrali nazionali dei singoli Paesi. I titoli che saranno acquistati dalla Bce avranno maturità da due a trent’anni e non dovranno superare il 33% del debito totale di uno Stato. Saranno le banche centrali nazionali a fare da garanti per l’80% del valore. Il restante 20% del valore sarà un rischio che ricadrà in modo solidale (ovvero alla pari) sulla Bce e sulla banca centrale dello Stato in questione. Per il momento resta fuori dal programma Qe la Grecia, finché sono saranno chiarite alcune controversie su numeri e tempi con gli stati i membri che le sono creditori.
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