La pensione anticipata con Quota 100 si avvicina alla sua scadenza, in quanto, come ben sappiamo, si tratta di una misura sperimentale. Urge la necessità di pensare ad un post- Quota 100, optando per una riforma pensionistica a lungo termine, su cui potersi basare in piena tranquillità.
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La pensione Quota 100 in scadenza nel 2021

La pensione anticipata con Quota 100 è una misura previdenziale sperimentale attiva dal 2019 al 2021. Il suo scopo è soprattutto quello di contrastare la rigidità della riforma pensionistica datata 2011, meglio conosciuta come la Fornero. Attualmente la pensione con Quota 100, consente ai lavoratori di uscire dal mondo del lavoro con almeno 38 anni di contributi versati e 62 anni di età anagrafica. Ebbene, nel 2021 questa importante formula pensionistica non sarà più attiva, salvo altre modifiche e nuovi provvedimenti. Questo significa, per chi da gennaio 2021 sviluppa i requisiti per Quota 100, l’essere soggetti a nuove regole, ossia dovranno fare i conti con uno scaglione di 5 anni e 3 mesi per accedere alla pensione. Potranno lasciare il mondo del lavoro all’età di 67 anni e 3 mesi, oppure con 42 anni e 10 mesi di contributi.
L’urgenza di una riforma pensioni definitiva e meno rigida
Diventa essenziale cominciare a pensare alla pensione dopo Quota 100. Bisognerebbe studiare una riforma ben strutturata sulla quale potersi basare per almeno un decennio. Tuttavia non è un’operazione facile e scontata, considerando la complessità generale del mondo pensionistico italiano. Prima di tutto bisogna inevitabilmente rispettare determinati vincoli. Ad esempio, se da una parte è necessario puntare ad una maggiore flessibilità in uscita, dall’altra è pur vero che bisogna attenersi a determinati limiti, dettati dalla condizione dei conti pubblici italiani. Ed ancora, andare a delineare età di pensionamento differenti per ogni tipologia di lavoro, sicuramente creerebbe un caos totale, che complicherebbe tutto.
Non finisce qua, in quanto bisognerebbe anche risolvere i problemi che la Riforma Fornero ha creato nel tempo, andando a garantire più flessibilità, rileggendo e modificando l’adeguamento dell’anzianità contributiva prendendo in considerazione l’aspettativa di vita e tanto altro. Insomma un compito arduo ma indispensabile.
Le proposte per modificare Quota 100
Arrivano tre proposte di modifica Quota 100 e Riforma Fornero. Prima di tutto si pensa ad un fondo per le pensioni contributive, che sia da sostegno e supporto alle nuove generazioni, le quali entrano nel mondo del lavoro sempre più tardi. La flessibilità in uscita è un altro aspetto molto importante a cui guardare con particolare attenzione, in maniera da non creare ulteriori problemi al sistema pensionistico. Si potrebbe procedere al ripristino della flessibilità prevista dalla riforma Dini/Treu. Questa prevede l’accesso alla pensione di tutti i lavoratori a 64 anni di età anagrafica, (ovviamente adeguata alla speranza di vita), e con 37/38 anni di contributi versati. Dall’altra parte, si potrebbero proporre dei fondi di solidarietà ed esubero, già utilizzati da assicurazioni e banche con grande successo.
Il blocco dell’anzianità contributiva
La terza proposta è quella del blocco a 42 anni e 10 mesi per gli uomini ed un anno in meno per le donne, dell’anzianità contributiva, il tutto andando ad eliminare l’adeguamento alla speranza di vita. Inoltre, alle donne madri potrebbe essere concesso uno sconto di 8 mesi per ogni figlio avuto (per un massimo di 3), così come ai lavoratori precoci si potrebbe accordare lo sconto di ¼ di anno in riferimento ad ogni anno lavorativo effettuato prima del ventesimo compleanno. Insomma, con la buona volontà e l’attenzione ai particolari è possibile creare una nuova e valida riforma previdenziale.
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