I risconti rappresentano un’applicazione ulteriore dei principi di competenza economici, sono considerati come operazioni di rettifica perché rientrano nella tipologia delle scritture di rettifica che fanno parte delle componenti del reddito e che sono state misurate dalle variazioni finanziarie, ma non rientrano totalmente o in parte nella competenza piena dello specifico esercizio che è in chiusura. Questo significa che generano flussi di entrate o uscite che si verificano finanziariamente a cavallo tra un anno solare ed un altro, di conseguenza devono essere registrate in due prospetti. Ecco spiegato il motivo per cui bisogna capire bene che cosa sono e come si calcolano. I risconti sono un elemento molto importante per chi lavora o vuole lavorare in proprio.
Indice
Risconti: qual è la loro definizione e funzione
Per una applicazione coerente dei principi di competenza economici, il compito dei risconti è quello di rendere corretti questi stessi principi, avallandoli attraverso lo storno delle loro quote direttamente ai successivi esercizi, nonostante non rientrino di competenza dell’esercizio corrente. Il risconto viene definito come un Valore Economico che ha il compito di rinviare nel futuro la componente del reddito che non è di competenza, ma effettua una Rettifica Diretta proprio nel conto dove viene acceso il ricavo o il costo del componente, che viene registrato immediatamente nella contabilità generale.
Esistono due diversi tipi di risconti e possono essere attivi o passivi, ovviamente, sia il loro significato che la loro funzione è opposta. I primi riguardano delle spese effettuate in anticipo, dunque rappresentano costi già sostenuti che rientrano nella competenza di un singolo esercizio o di molteplici esercizi successivi, quindi vengono in un certo senso sparpagliate. I secondi riguardano ricavi ottenuti in anticipo e quindi rappresentano dei ricavi che si sono già verificati e dunque ottenuti, ma che rientrano nella competenza di un singolo esercizio o di molteplici esercizi successivi, dove per esercizio, si intendono tutte le operazioni compiute nell’arco dell’anno dell’attività commerciale di un’azienda che il commercialista andrà ad analizzare. Analizziamo nello specifico cosa significano le due voci e come si calcolano.
Che cosa sono i risconti attivi?
Quando si parla di risconti attivi, significa che vengono indicate tutte quelle spese che si sono verificate durante il corso di un esercizio o di precedenti esercizi, dunque si sono manifestate finanziariamente ma non hanno partecipato concretamente a quell’esercizio. Nello specifico andiamo adesso ad analizzare praticamente cosa accade nei registri contabili quando si verifica questo tipo di risconto.
Tra le spese che un’azienda deve sostenere, molte voci vanno a coprire un fabbisogno specifico attraverso un periodo che va oltre l’anno solare, questo significa che una spesa assicurativa effettuata (ad esempio) nel maggio del 2020, andrà a comparire nelle voci della partita Iva da maggio 2020 fino al 31 dicembre 2020, e dal 1 gennaio 2021 fino al giorno di maggio del 2021 in cui si è stipulato quel tipo di contratto assicurativo. Presupponiamo che il contratto duri 1 anno. Per calcolare l’importo del risconto attivo, bisogna tenere presente i giorni in cui il premio assicurativo è attivo fino alla chiusura dell’esercizio.
Come si calcolano i risconti attivi?
Calcolare un riconto attivo è molto più semplice di quanto si creda, non devi farti impressionare dai numeri e devi mantenere la calma, guardando alla situazione che lo genera come ad un evento di ordinaria amministrazione, che segue calcoli ben precisi e determinati. Analizziamo praticamente che cosa accade quando si verifica un risconto attivo e come si calcola nello specifico.
Se ad esempio un’azienda paga un premio assicurativo il giorno 15 settembre di un qualunque anno, il prezzo della spesa è di 650 euro e la copertura dura un anno, questo costo avrà un impatto nelle spese dell’attività che si ripercuoterà in due diversi esercizi. Per calcolare l’importo preciso da registrare nella voce come risconto attivo del premio assicurativo, bisogna prendere in considerazione il numero dei giorni che vanno dal 15 settembre al 31 dicembre dell’anno corrente e dividerli per il totale dei giorni di cui è composto l’anno solare, ossia 365. La somma ottenuta deve essere moltiplicata per l’importo totale, ossia 650. Il risultato che si otterrà sarà di 459,45 euro: questo è il risconto attivo.
Che cosa sono i risconti passivi?
Quando si parla di risconti passivi significa che si ha a che fare con quote di ricavi che sono stati ottenuti in anticipo, che hanno partecipato finanziariamente alla manifestazione dell’esercizio corrente in chiusura o anche degli esercizi precedenti, ma i cui proventi sono di competenza di un singolo o di molteplici esercizi.
Un’azienda ha molte voci che rappresentano un guadagno, ma che spesso sono intervallate dalla durata dell’anno solare, secondo il periodo in cui avviene l’accordo o una specifica stipulazione contrattualistica. Se ad esempio, nel giorno 1 dicembre di un qualunque anno, un’azienda ha concesso un immobile, un edificio a terzi per qualunque tipologia di utilizzo e ha stipulato un contratto con un canone anticipato della durata di tre mesi per un totale di 6 anni, il risconto passivo deve essere calcolato tenendo presente i giorni che vanno dal 1 dicembre (giorno della stipula del contratto e del pagamento del canone) fino al 31 dicembre del corrente anno, e poi dei mesi successivi; Essendo un canone trimestrale anticipato, la voce andrà a coprire anche l’esercizio successivo per i giorni che vanno dal 1 gennaio al 1 marzo.
Come si calcolano i risconti passivi
Un risconto passivo è una voce che si proietta nel futuro e che genera un ricavo nell’esercizio corrente e anche in esercizi successivi, per questo è molto importante calcolarla con precisione per avere una contabilità impeccabile e trasparente. Ecco come deve essere calcolato un risconto passivo nello specifico secondo il suo procedimento corretto.
Tenendo sempre presente l’esempio di un edificio in locazione a terzi sopra citato, presupponiamo che il costo trimestrale del canone sia di 1485 euro. Per calcolare il risconto passivo, dobbiamo dividere i due mesi di gennaio e febbraio per i complessivi tre che il canone di affitto anticipato copre: devi fare semplicemente 2 diviso 3. Il risultato ottenuto, deve essere moltiplicato per il totale del canone trimestrale, il cui importo è di 1485 euro. Il risultato di 990 euro, rappresenta il risconto passivo da registrare nella voce affitti attivi. Queste operazioni ti permetteranno di avere tutte le voci contabili in regola, registrate con precisione, e dunque avere una partita Iva impeccabile e sempre ben ordinata.