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“Speculazione sui carburanti”: Codacons annuncia class action

Sono 34 milioni gli automobilisti che, almeno in linea teorica, potranno partecipare alla class action annunciata dal Codacons, che segue temporalmente un'ordinanza del Gip di Varese, all'interno della quale vengono indicate una serie di azioni da intraprendere da parte di altre due procure, quella di Roma e quella di Milano (competenti territorialmente) e riguardanti possibili …

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Sono 34 milioni gli automobilisti che, almeno in linea teorica, potranno partecipare alla class action annunciata dal Codacons, che segue temporalmente un'ordinanza del Gip di Varese, all'interno della quale vengono indicate una serie di azioni da intraprendere da parte di altre due procure, quella di Roma e quella di Milano (competenti territorialmente) e riguardanti possibili “speculazioni sui prezzi dei carburanti”, che sarebbero  state poste in essere da alcune compagnie petrolifere, allo scopo di mantenere alti tali prezzi. Le indagini, avviate più di un anno fa sulla base di un’istanza del Codacons, hanno portato il Gip di Varese a ipotizzare “gravi indizi di reato” ed a chiedere quindi, tramite ordinanza, che le procure competenti procedano con l’inchiesta.

Secondo il Codacons quindi, che ha annunciato la class action, chiunque si ritenga parte lesa ed è in grado di dimostrarlo  potrà aderire al procedimento. 34 milioni di automobilisti (stando ai numeri diffusi dall'associazione di consumatori), sostanzialmente tutti quelli che hanno fatto rifornimento ad una pompa di benzina italiana (appartenente alle compagnie indicate nell’ordinanza del Gip) negli ultimi cinque anni.  Sul sito del Codacons si legge che “vengono espressamente citate Shell e Tamoil con sede a Milano, Eni, Esso, TotalErg, Kuwait Petroleum, Api con sede a Roma. Ora le Procure di Roma e Milano dovranno aprire analoghe inchieste, procedendo a tutti i sequestri del caso”.

E’ in effetti la prima volta che in Italia viene messa in atto un’indagine così ad ampio spettro sui prezzi dei carburanti, i quali rimangono più alti della media europea. Nel Bel Paese però, a dirla tutta, su di essi, pesa molto anche l’enorme tassazione, anch’essa la più alta d’Europa, secondo uno studio dello scorso settembre della Cgia di Mestre. Una pressione fiscale così elevata che, a dicembre 2012, sarebbe paradossalmente arrivata a danneggiare le entrate dell'erario. Il gettito fiscale derivante da  “benzina e gasolio da autotrazione”, secondo un’indagine del Centro Studi Promotor, nell'ultimo mese dello scorso anno è infatti calato del 7,2%.

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